2012-04-24 11:18:53

Colombia: "no" dei vescovi all'unione fra persone dello stesso sesso


Mons. Juan Vicente Córdoba, segretario dell'episcopato colombiano, è perentorio: la recente sentenza della Corte Costituzionale che dichiara "famiglia" le unioni tra persone dello stesso sesso è "semplicemente una stravaganza giuridica". "La Costituzione, ha spiegato il presule ripreso dal blog “Il Sismografo”, afferma che la famiglia è il nucleo base della società ed è formata da un uomo e una donna". Ora, ha aggiunto mons. Córdoba, tre dei cinque membri della Corte "con un colpo di magia" hanno "deciso di cambiare le cose per 45 milioni di colombiani". Nel documento che riporta le motivazioni della Corte, si afferma che "il vincolo familiare si stabilisce a partire da situazioni di fatto diverse e tra queste c'è anche la libera volontà di conformare una coppia, a prescindere dal sesso o dall'orientamento dei suoi integranti"; "l'eterosessualità, aggiungono i giudici, oppure la differenza di sesso nella coppia non è un aspetto sufficiente per definire una 'famiglia' e neanche un requisito per essere riconosciuta costituzionalmente". L'episcopato colombiano ritiene che la Corte non ha adempiuto alle sue alte funzioni seminando, inoltre, confusione e relativismo. "La Corte, ha detto mons. Córdoba, deve occuparsi delle questioni per le quali esiste e non può cambiare le leggi e la Costituzione. Questi cambiamenti sono una facoltà del Parlamento". Seguendo la singolare logica dei giudici, mons. Córdoba commenta: "Ora si comincia a creare consenso culturale sul fatto che esistono diversi tipi di famiglia e dunque fra poco si comincerà anche a parlare su presunti diritti di adozione". Per il segretario dell'episcopato colombiano, la Chiesa cattolica non ha nulla contro le persone che desiderano vivere insieme e quindi possono chiedere diritti per quanto riguarda l'eredità, la salute o il patrimonio, ma ciò "non ha nulla a che fare con la famiglia come stabilisce l'articolo 42 della Costituzione"; articolo che la sentenza della Corte Costituzionale "T-716 de 2011", redatta dal giudice Luis Ernesto Vargas Silva, considera che è stato mal interpretato. (L.Z.)







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