21 aprile 2012 “Non possiamo pretendere di lavorare per la riconciliazione, la
giustizia e la pace se non conosciamo la parola di Dio. Perché è questa parola che
ci riconcilia con Dio, con noi stessi e gli uni verso gli altri”: è quanto ha detto
il nunzio apostolico Piero Pioppo all’apertura della 37.ma assemblea plenaria dei
vescovi del Camerun. Riuniti da mercoledì al Centro Giovanni XXIII di Mvolyé, a Yaoundé,
riferiscono alcuni portali web locali, i presuli hanno discusso in questi giorni di
riconciliazione, giustizia e pace alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale
di Benedetto XVI Africae Munus. Il nunzio apostolico ha ricordato ai vescovi che ad
interpellarli e a richiedere attenzione sono anche “il mondo del lavoro toccato dalla
crisi economica e la disoccupazione, che fanno perdere la speranza agli uomini”, e
ancora “la povertà, l’emarginazione, le violenze e la criminalità” e “l’insegnamento
cattolico universitario che deve allargarsi senza disperdersi”. Mons. Joseph Atanga,
presidente della Conferenza episcopale nazionale del Camerun ha detto che nel corso
della plenaria si discuterà pure del nuovo codice elettorale per la cui elaborazione
la Chiesa ha offerto dei contributi proponendo tra l’altro la semplificazione delle
procedure, candidature indipendenti e il voto della diaspora. “La Chiesa è in parte
soddisfatta di questo nuovo codice elettorale – ha affermato mons. Sebastian Mongo-Behon,
segretario generale della conferenza episcopale –, il popolo camerunense ha bisogno
di riconciliarsi con se stesso. Dobbiamo metterci in discussione ed integrare la nozione
di bene comune che deve essere a disposizione di tutti”. Quanto alla realtà attuale
del Camerun, i presuli rilevano tra le altre problematiche che è il sistema giudiziario
a soffrire di diversi mali, come i processi pendenti, i giudizi arbitrari e la corruzione.
(T.C.)