Banca mondiale: l'Africa migliora nonostante la crisi globale
Nell’Africa che soffre per le guerre e per la povertà ci sono anche segnali di progresso,
nonostante la crisi economica globale colpisca soprattutto i Paesi deboli. Diverse
le Nazioni, soprattutto nell’Africa sub sahariana, che hanno fatto registrare nell’ultimo
anno una crescita significativa. Francesca Baronio ne ha parlato con Punam
Chuhan-Pole, economista responsabile del Rapporto "Africa Pulse" della Banca Mondiale:
R. – African
countries have done rather well... I Paesi africani sono andati abbastanza bene,
nonostante il fermento globale finanziario ed economico che l’economia globale ha
vissuto nella seconda parte del 2011. In realtà, i Paesi africani sono cresciuti quasi
del 5%, abbastanza vicini al livello precedente alla crisi. Quello che è interessante
in questa esperienza è che la crescita è stata ad ampio raggio, nel senso che in diversi
Paesi si è vista una crescita piuttosto rapida. Ci sono almeno un terzo dei Paesi
africani che hanno avuto una crescita di oltre il 6%, mentre un altro 40% dei Paesi
ha visto una crescita tra il 4 e il 6%. Tra questi Paesi a crescita veloce ci sono
ad esempio il Ghana, il Mozambico, la Nigeria: nazioni ricche di risorse che stanno
beneficiando dell’aumento dei prezzi dei prodotti.
D. – Quali sono stati i
fattori determinanti per la crescita?
R. – Countries that are pursuing better
policies... I Paesi che perseguono politiche migliori, che hanno istituzioni più
forti, vedono poi i benefici sia di quelle politiche, sia di quelle istituzioni e
quindi crescono più velocemente. Naturalmente, i Paesi la cui economia si basa sull’esportazione
beneficiano dei prezzi più alti dei prodotti, ma anche quelli che non hanno risorse,
come il Rwanda e l’Etiopia, hanno visto una forte crescita. L’Africa però sta diventando
anche destinazione interessante per gli investimenti nel settore dei consumi. Per
esempio, abbiamo visto nel 2011 la multinazionale americana per la vendita al dettaglio,
Wallmart, ha acquistato la Massmart una compagnia sudafricana simile, con catene di
distribuzione in diversi Paesi in Africa. Penso sia importante per i governi migliorare
le condizioni di investimento, al fine di attrarre più investimenti privati dall’estero
e dall’interno del Paese stesso, e anche per avere un piano chiaro che dia opportunità,
sia a chi fa affari, che ai lavoratori, per partecipare alla crescita del Paese.
D.
– Quanto le guerre, le tensioni etniche e una democrazia non sempre trasparente pesano
sullo sviluppo?
R. – Fragility traps or other conflicts… La trappola della
fragilità o i conflitti in generale hanno un impatto non solo in termini di sofferenza
umana, ma anche in termini di crescita economica. Per esempio, gli eventi in Costa
d’Avorio, l’anno scorso, hanno causato un calo dell’economia del 6%. Chiaramente,
quindi, i Paesi che hanno problemi di conflitti interni e anche i Paesi coinvolti
dai conflitti nei Paesi confinanti ne subiscono le conseguenze in termini di prospettive
di crescita dei Paesi della regione.