2012-04-23 14:24:58

Crisi Sudan. Il nunzio mons. Boccardi: la logica di guerra non porta a niente


Sarebbero circa 1.200 i soldati del Sud Sudan rimasti uccisi nei combattimenti dei giorni scorsi per il dominio della regione di Heglig, ricca di petrolio e tornata sotto il controllo del Sudan. Il 10 aprile scorso, si era registrata l’azione militare di Juba per la sovranità del territorio. Fonti locali, però, precisano che non è chiaro se Heglig sia stata liberata o precedentemente abbandonata: infatti, il presidente Salva Kiir aveva ordinato il ritiro delle truppe che potrebbero essere state attaccate in un secondo momento. Di fatto, però, il Sudan parla di una grande vittoria militare e politica in opposizione alle forze ribelli presenti nel Sud Kurdufan e nel Blue Nile e ,anche se la notizia non ha conferme ufficiali, le truppe del Sudan sarebbero penetrate per una decina di chilometri oltre i confini del Sud Sudan, proprio per lanciare un messaggio molto forte alle forze ribelli. In questo scenario, Khartoum starebbe anche preparando la lista dei danni di guerra, atto questo che aprirebbe un altro fronte economico con il Sud Sudan, perché ci sarebbero state delle manomissioni e gravi danni agli impianti petroliferi di Heglig, oltre a ospedali e strutture civili.

Bombardieri del Sudan hanno attaccato di nuovo la città del sud Sudan vicina alla frontiera Bentiu, uccidendo almeno un bambino e ferendo diversi civili. Intanto dalla Casa Bianca arriva l’ennesimo appello alla pace. “La guerra non è inevitabile, il popolo del Sudan e del Sud Sudan hanno ancora una scelta” ribadisce il presidente Usa, Barack Obama; mentre l’omologo sudanese Omar el Bashir è giunto oggi nella zona petrolifera di Heglig. Appello al dialogo e alla calma anche dal Canada dopo la distruzione di un centro religioso cristiano evangelico a Khartoum ad opera di un gruppo di islamisti. A ribadire che “La logica della guerra non trova soluzione” e che “serve un dialogo politico serio tra le parti” è anche il nunzio apostolico dei due Sudan, l'arcivescovo Leo Boccardi, raggiunto telefonicamente a Khartoum da Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

R. – Il conflitto di Heglig rappresenta lo scontro militare più grave, avvenuto dopo l’indipendenza del Sud Sudan, lo scorso 9 luglio 2011. E’ questa la crisi politica più grave tra i due Paesi. La conseguenza più seria, oltre alla perdita di vite umane, alle migliaia di profughi e ai danni notevoli nella regione, è purtroppo la fine del negoziato politico iniziato ad Addis Abeba. La logica di guerra si vede che non porta a nessuna soluzione: è necessario un dialogo politico serio e coraggioso tra le parti e una mediazione forte e credibile. Gli incidenti di intolleranza, registrati a Khartoum, sono sintomatici di cosa può produrre una mentalità intransigente, che contraddice la storia e la cultura aperta e accogliente del Sudan.

D. – Cosa succederà nei prossimi giorni?

R. – Non lo sappiamo. E’ certo che l’offensiva militare di Khartoum continua e ora sta interessando ben più la capitale del Unity State. La situazione pertanto rimane grave e gli appelli di pace e il dialogo, lanciati da più parti nei giorni scorsi, non devono e non possono rimanere inascoltati. Che il Signore ci aiuti.







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