Pace e giustizia in primo piano alla plenaria dei vescovi del Camerun
“Non possiamo pretendere di lavorare per la riconciliazione, la giustizia e la pace
se non conosciamo la Parola di Dio. Perché è questa parola che ci riconcilia con Dio,
con noi stessi e gli uni verso gli altri”: è quanto ha detto il nunzio apostolico
Piero Pioppo all’apertura della 37.ma assemblea plenaria dei vescovi del Camerun.
Riuniti da mercoledì al Centro Giovanni XXIII di Mvolyé, a Yaoundé, riferiscono alcuni
portali web locali, i presuli hanno discusso in questi giorni di riconciliazione,
giustizia e pace alla luce dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto
XVI, Africae Munus. Il nunzio apostolico ha ricordato ai vescovi che ad interpellarli
e a richiedere attenzione sono anche “il mondo del lavoro toccato dalla crisi economica
e la disoccupazione, che fanno perdere la speranza agli uomini”, e ancora “la povertà,
l’emarginazione, le violenze e la criminalità” e “l’insegnamento cattolico universitario
che deve allargarsi senza disperdersi”. Mons. Joseph Atanga, presidente della Conferenza
episcopale nazionale del Camerun ha detto che nel corso della plenaria si discuterà
pure del nuovo codice elettorale per la cui elaborazione la Chiesa ha offerto dei
contributi proponendo tra l’altro la semplificazione delle procedure, candidature
indipendenti e il voto della diaspora. “La Chiesa è in parte soddisfatta di questo
nuovo codice elettorale – ha affermato mons. Sebastian Mongo-Behon, segretario generale
della conferenza episcopale – il popolo camerunense ha bisogno di riconciliarsi con
se stesso. Dobbiamo metterci in discussione ed integrare la nozione di bene comune
che deve essere a disposizione di tutti”. Quanto alla realtà attuale del Camerun,
i presuli rilevano tra le altre problematiche che è il sistema giudiziario a soffrire
di diversi mali, come i processi pendenti, i giudizi arbitrari e la corruzione. (T.C.)