Presidenziali in Francia: tanti gli incerti ma Hollande resta favorito
Domani in Francia primo turno delle elezioni presidenziali. Tutti i sondaggi sono
a favore del leader socialista Francois Hollande, ma il presidente in carica, Nicolas
Sarkozy, non getta la spugna e in chiusura della sua campagna elettorale rilancia
la sfida, ammettendo le sue responsabilità nel quinquennio che si è concluso. Intanto
gli osservatori rivolgono l’attenzione sui tantissimi aventi diritto al voto ancora
incerti. Probabilmente alte anche le astensioni. Ma qual è la posizione della Chiesa
francese in queste elezioni presidenziali francesi? Antonella Palermo lo ha
chiesto a Isabel De Gaulmyn del quotidiano cattolico La Croix:
R. - Lo scorso
ottobre, i vescovi hanno pubblicato un documento dal titolo “Elezioni, un voto per
quale società?”, nel quale propongono ai cattolici tredici punti di discernimento,
che sono aspetti essenziali della dottrina sociale della Chiesa. C’è un dibattito
all’interno della Chiesa cattolica francese per sapere se questi temi siano non negoziabili:
ci sono cattolici che aspettano un atteggiamento più deciso da parte dei vescovi francesi
riguardo la difesa della vita o o riguardo l’eutanasia…
D. - Come l’Unione
Europea sta influenzando le elezioni in Francia?
R. - Devo dire che l’Europa,
in realtà, influenza questo voto in modo negativo: sono molti i francesi che hanno
paura dell’Europa, perché ritengono che proprio in nome del rigore proposto dall’Unione
sarà molto duro proseguire nel cammino di costruzione dell’Europa stessa.
D.
- Questo rigore come influenzerà il voto, secondo lei?
R. - E’ difficile dirlo
perché né Nicholas Sarkozy né François Hollande hanno parlato di questo tema. Penso
che i voti che andranno all’estrema sinistra o all’estrema destra siano, in realtà,
voti contro l’Europa.
D. - C’è la possibilità che si apra qualche spazio per
un nuovo gioco della sinistra in Europa, qualora il socialista Hollande vinca le elezioni?
R.
- Sì. Potrebbe esserci un maggior legame tra Francia e Italia; sarà invece molto difficile
mantenere un legame tra la Germania e la Francia, non essendo la Germania socialista.
D. - Cosa potrà far cambiare quello che emerge dai sondaggi finora?
R.
- Tutti gli esperti dicono che gli astensionisti saranno molto importanti. Penso che
siano molti i francesi che non hanno ancora deciso se votare per Sarkozy o per Hollande,
perché non sono assolutamente convinti di entrambi.
D. - Può valutare l’interesse
e la partecipazione dei francesi a questo voto?
R. - In questo voto l’interesse
non sembra essere molto alto, perché penso che non ci sia un candidato che sia riuscito
a suscitare un po’ di passione, un po’ di entusiasmo durante la campagna elettorale:
Hollande è molto prudente e poi i francesi lo conoscono già, perché non è un uomo
nuovo della politica; così come Sarkozy non è certo nuovo, in quanto già presidente.
D.
- L’Italia guidata dal premier Monti che effetto fa sui francesi che si preparano
al voto?
R. - L’Italia è un buon modello per i francesi, perché tutti adesso
dicono che Monti stia facendo miracoli in Italia e che sia molto coraggioso. Adesso
Monti è un modello per molti uomini politici francesi.