Il cardinale arcivescovo di Washington Donald Wuerl, in qualità di presidente
della Papal Foundation, ha compiuto ieri, insieme ad altri membri della Fondazione
caritativa statunitense, una visita allo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione.
Philippa Hitchen lo ha intervistato:
R. – Well, we were invited to come
and learn first hand, directly from the people … Siamo stati invitati per vedere
di persona, direttamente dai responsabili dell’Istituto, come funziona e come svolge
le proprie attività. Noi – in quanto Consiglio della Papal Foundation - siamo
stati contenti di avere fatto quest’esperienza: per due ore, la dirigenza dell’Istituto
ci ha spiegato cosa fa e come lo fa. E’ un evidente sforzo di essere il più trasparente
possibile per quanto riguarda l’attività dell’Istituto nel gestire i fondi destinati
alle opere di religione. Per me è stato molto rassicurante, come lo è stato anche
per i membri del nostro Consiglio che erano presenti e molti dei quali sono molto
attivi nel campo della finanza: conoscono il mondo della finanza, conoscono il mondo
della contabilità e della rendicontazione e mi hanno detto di essere stati impressionati
dalla procedura …
D. – In che modo ha potuto rassicurarsi che l’attività della
Banca sia conforme alle norme internazionali? Come lei sa, in passato ci sono state
accuse di mancanza di trasparenza …
R. – One of the things that struck me as
most convincing, was the fact that … Una delle cose che ho trovato molto convincenti
è stata il fatto che loro si appoggiano a revisori dei conti esterni. Anche noi, nella
Chiesa degli Stati Uniti, utilizziamo revisori esterni che tengono sotto controllo
quello che facciamo e che ci rassicurino sulla conformità con le norme. All’Istituto
fanno la stessa cosa: a livello di analisi contabile e di analisi procedurale, si
sono rivolti a revisori di conti esterni che supervisionano e che poi certificano
la totale conformità. Hanno anche chiesto agli organismi di supervisione da parte
delle istituzioni internazionali di fare la stessa cosa, e i responsabili dello Ior
ci hanno detto che ogni volta che hanno chiesto una revisione esterna, hanno ricevuto
un “certificato di buona salute”.
D. – Per molto tempo l’Istituto bancario
ha combattuto contro l’immagine di organizzazione segreta con un passato oscuro. Cos’altro
lei pensa lo Ior possa fare per tentare di scrollarsi di dosso questa immagine?
R.
– I think that’s a very very good question, and one of the reasons … Questa è un’ottima
domanda, e credo che questa sia una delle ragioni per cui ci hanno invitato. In quell’occasione
ci hanno detto anche: portate chiunque vogliate far partecipare a questo incontro;
poi, nel corso dell’incontro stesso ci hanno detto che fanno lo stesso con organi
di controllo europei e con persone collegate con istituzioni finanziarie in Europa
e nel mondo. A me sembra che stiano facendo il possibile per aprire le porte, dicendo:
“Entrate, venite a vedere!”. E questo mi ha colpito molto.