Domani in Francia le presidenziali: Hollande favorito su Sarkozy
Domani in Francia primo turno delle elezioni presidenziali. Tutti gli ultimi sondaggi
sono a favore del leader socialista Francois Hollande. Il presidente in carica, Nicolas
Sarkozy, non getta la spugna e in chiusura della sua campagna elettorale rilancia
la sfida, ammettendo le sue responsabilità nel quinquennio che si è concluso. Da Parigi,
Francesca Pierantozzi:
Comunque il
partito maggiore rimane quello degli indecisi, degli scontenti e degli astensionisti.
Segno di una profonda insoddisfazione verso la politica? Giancarlo La Vella
ne ha parlato con Luigi Geninazzi, inviato a Parigi per il quotidiano Avvenire:
R. – Sì, la Francia
è un Paese scontento della politica e soprattutto preoccupato, perché i francesi sono
convinti che l’onda d’urto della crisi globale si farà sentire anche nel loro Paese.
E’ vero che la Francia rappresenta la seconda economia della zona euro - e finora
è stata abbastanza risparmiata - ma anche qui la crisi morde: la disoccupazione sale,
il potere d’acquisto diminuisce e c’è il timore che dopo Grecia, Italia e Spagna la
speculazione internazionale si scatenerà contro un nuovo obiettivo, appunto la Francia.
D. – Secondo i sondaggi, il socialista Hollande è nettamente in testa, però
c’è un popolo silenzioso, che potrebbe sostenere Sarkozy, al ballottaggio. Qual è
il tuo parere?
R. – I sondaggi sono unanimi nel sottolineare un margine di
incertezza al primo turno, però sono tutti d’accordo nel dire che, al ballottaggio
del 6 maggio, il leader socialista Hollande ed il neogollista Sarkozy, si daranno
battaglia e Sarkozy sembra destinato a perdere, 42 contro 54%. Questo è quello che
dicono i sondaggi; ma gli indecisi contano molto, perché sembra che un francese su
quattro non ha ancora deciso per chi voterà, ma bisogna anche dire che comunque queste
percentuali difficilmente dovrebbero cambiare. Conta invece molto la massa critica
dell’astensionismo, che sembra ancora molto alto, però la sensazione è che Sarkozy
stia tentando un’impresa che, francamente, appare impossibile.
D. – Gli scontenti
di Sarkozy, che cosa imputano al presidente in carica e, invece, che speranze si nutrono
in Hollande? R. – Diciamo che Sarkozy, in questi cinque anni, ha scontentato un
po’ tutti i francesi. La cosa più interessante, secondo me, è che non presenta il
suo bilancio: è il presidente uscente, ma ha vestito i panni del candidato. Lui stesso
non vuole parlare di questi cinque anni di presidenza, fa capire che sarà un presidente
diverso e questo vuol dire che neppure lui, alla fine, è soddisfatto di quello che
è stato compiuto nel suo mandato. Hollande, è un uomo, invece, che si presenta come
“monsieur normale”: è esattamente la contro-immagine di Sarkozy, per cui gioca questa
carta del profilo basso. Lui stesso ha detto - con grande ironia - “preferisco vincere
senza un grande carisma, che perdere con grande entusiasmo”.