Bahrain. Manifestazioni e scontri contro il regime alla vigilia del GP di Formula
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Ci spostiamo in Bahrain dove alla vigilia del Gran Premio di automobilismo continuano
le proteste antigovernative del “Movimento 14 febbraio”. Scontri tra manifestanti
e polizia si sono registrati vicino alla capitale Manama, a Budaiya circa 5mila persone
sono scese in piazza contro l’evento sportivo che – dicono – svia dalle violazioni
dei diritti umani messe in atto dal regime. Massimiliano Menichetti:
E’ il terzo
“giorno della rabbia” in Bahrain. Mentre i bolidi di formula uno si preparano alla
competizione di domani, manifestazioni, proteste di piazza con scontri e lanci di
molotov, si registrano in diverse città del Paese. Il Movimento 14 febbraio, nato
un anno fa nell’ambito della primavera araba, ribadisce le violazioni dei diritti
umani da parte dei regnanti, chiede la liberazione dell'attivista Abdulhadi al-Khawaja,
in sciopero della fame da oltre 70 giorni, e denuncia l'arresto di quasi un centinaio
di dissidenti in un anno. Per questo sono stati indetti i tre giorni della "rabbia".
Il GP di formula uno – dicono – svia l’attenzione dalla realtà del Paese dove la libertà
di espressione e dissenso è schiacciata senza mezzi termini. La Fia, la Federazione
Internazionale automobilismo, intanto fa sapere che la sicurezza dell'evento non e'
in questione, e che l'edizione 2012 nella capitale Manama non verra' cancellata come
quella precedente, dopo che le violenze nel arcipelago avevano provocato la morte
di oltre 30 persone. Anche il principe Salman ben Hamad ben Isa Al Jalifa in conferenza
stampa ha assicurato che la gara si correrà regolarmente. "Un annullamento rinforzerebbe
solo gli estremisti”, ha ribadito precisando che il Gran Premio, “è qualcosa di positivo
per la nazione, non qualcosa che la divide". La scuderia Force India comunque ieri
si e' ritirata dalla prove libere, motivando la scelta con "ragioni logistiche”. In
questo scenario Anonymous, gli hacker della rete, hanno paralizzato il sito web del
Gran Premio chiedendo l’intervento della comunità internazonale. "Per un anno - si
legge in sintesi - il popolo del Bahrein ha lottato contro il regime oppressivo del
re Hamad bin Al Khalifa che trarrà profitto dalla competizione continuando a punire
interi villaggi in dissenso.