Mali: dai vescovi apprezzamento per la transizione. Grave la situazione umanitaria
“La situazione umanitaria nel nord del Mali peggiora di giorno in giorno. Cibo e medicine
sono sempre più rari, perché i depositi di generi alimentari, gli ospedali e i centri
sanitari sono stati saccheggiati dai ribelli” dice all’agenzia Fides don Edmond Dembele,
segretario della Conferenza episcopale del Mali. “Si cerca di istituire dei corridoi
umanitari, ma in mancanza di un accordo con i movimenti ribelli, per il momento non
se ne è fatto ancora niente. La popolazione del nord del Mali continua a fuggire nei
Paesi vicini oppure nel sud del Paese”. “La Chiesa cattolica ha offerto una sua struttura
per accogliere i rifugiati che arrivano a Bamako e collabora con la comunità protestante
per aiutare i 250 profughi cristiani protestanti giunti nella capitale. In particolare
l’arcivescovo di Bamako, mons. Jean Zerbo, attraverso la Caritas ha offerto riso ed
altri generi di prima necessità. In altre aree i profughi sono ancora più numerosi.
Ma è difficile portare aiuto a tutti perché manca un coordinamento delle iniziative
a livello statale” sottolinea don Dembele. Sul piano politico, i militari golpisti
hanno rilasciato le 22 personalità del passato governo arrestate nei giorni scorsi,
mentre il deposto Presidente, Amadou Toumani Touré, insieme alla famiglia, si è rifugiato
in Senegal. Il nuovo Premier, Diarra, ha avviato i colloqui per formare il governo
di transizione. In un comunicato pubblicato al termine della Sessione ordinaria della
Conferenza Episcopale, i Vescovi del Mali esprimono apprezzamento per l’avvio della
fase di transizione per “far tornare la democrazia, restaurare lo Stato e ristabilire
la Costituzione al fine di preservare il nostro Paese dal caos”. Nel documento, inviato
all’agenzia Fides, i Vescovi ringraziano i mediatori della Cedeao per i loro sforzi
che hanno permesso di arrivare ad un compromesso per far uscire il Mali dalla crisi
istituzionale provocata dal golpe del 22 marzo e assicurano le loro preghiere al Presidente
ad interim, Dioncounda Traoré, e al Primo Ministro, Cheick Modibo Diarra. Ricordando
che “dal 17 gennaio il Mali vede occupate tre regioni del nord da parte di alcuni
gruppi armati” i Presuli ricordano i soldati e i civili uccisi e lanciano un appello
all’unità nazionale. “Invitiamo la classe politica e la società civile a mettere l’interesse
del Paese al di sopra di tutto. Si tratta di salvare il Mali e non di salvare gli
interessi di un partito o di un gruppo”. (R.P.)