2012-04-20 13:19:13

Mali: dai vescovi apprezzamento per la transizione. Grave la situazione umanitaria


“La situazione umanitaria nel nord del Mali peggiora di giorno in giorno. Cibo e medicine sono sempre più rari, perché i depositi di generi alimentari, gli ospedali e i centri sanitari sono stati saccheggiati dai ribelli” dice all’agenzia Fides don Edmond Dembele, segretario della Conferenza episcopale del Mali. “Si cerca di istituire dei corridoi umanitari, ma in mancanza di un accordo con i movimenti ribelli, per il momento non se ne è fatto ancora niente. La popolazione del nord del Mali continua a fuggire nei Paesi vicini oppure nel sud del Paese”. “La Chiesa cattolica ha offerto una sua struttura per accogliere i rifugiati che arrivano a Bamako e collabora con la comunità protestante per aiutare i 250 profughi cristiani protestanti giunti nella capitale. In particolare l’arcivescovo di Bamako, mons. Jean Zerbo, attraverso la Caritas ha offerto riso ed altri generi di prima necessità. In altre aree i profughi sono ancora più numerosi. Ma è difficile portare aiuto a tutti perché manca un coordinamento delle iniziative a livello statale” sottolinea don Dembele. Sul piano politico, i militari golpisti hanno rilasciato le 22 personalità del passato governo arrestate nei giorni scorsi, mentre il deposto Presidente, Amadou Toumani Touré, insieme alla famiglia, si è rifugiato in Senegal. Il nuovo Premier, Diarra, ha avviato i colloqui per formare il governo di transizione. In un comunicato pubblicato al termine della Sessione ordinaria della Conferenza Episcopale, i Vescovi del Mali esprimono apprezzamento per l’avvio della fase di transizione per “far tornare la democrazia, restaurare lo Stato e ristabilire la Costituzione al fine di preservare il nostro Paese dal caos”. Nel documento, inviato all’agenzia Fides, i Vescovi ringraziano i mediatori della Cedeao per i loro sforzi che hanno permesso di arrivare ad un compromesso per far uscire il Mali dalla crisi istituzionale provocata dal golpe del 22 marzo e assicurano le loro preghiere al Presidente ad interim, Dioncounda Traoré, e al Primo Ministro, Cheick Modibo Diarra. Ricordando che “dal 17 gennaio il Mali vede occupate tre regioni del nord da parte di alcuni gruppi armati” i Presuli ricordano i soldati e i civili uccisi e lanciano un appello all’unità nazionale. “Invitiamo la classe politica e la società civile a mettere l’interesse del Paese al di sopra di tutto. Si tratta di salvare il Mali e non di salvare gli interessi di un partito o di un gruppo”. (R.P.)







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