2012-04-18 12:55:03

Sud Sudan: per la Chiesa solo un intervento internazionale può fermare la guerra


“Rullano i tamburi di guerra tra Sud Sudan e Sudan. Si sta andando verso la guerra, a meno che non vi sia una decisa presa di posizione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per fermare i due contendenti” afferma all’agenzia Fides una fonte della Chiesa da Malakal, nel Sud Sudan. La tensione tra i due Paesi non fa che aumentare dopo che l’occupazione di Heglig, area petrolifera rivendicata da entrambi gli Stati, da parte delle truppe sud-sudanesi, e le incursioni aeree dell’aviazione di Khartoum su alcune località del Sud Sudan. Un altro contenzioso riguarda Abyei, area anch’essa ricca di petrolio al confine tra i due Stati. “Ieri a Malakal, come in altre città del Sud Sudan, c’è stata una manifestazione della popolazione a favore dell’Spla (l’esercito sud sudanese) e dell’occupazione da parte delle truppe di Juba di Heglig” riferiscono le fonti di Fides. “La popolazione sembra essere unita e compatta dietro il governo: in quasi tutte le città del Sud Sudan sono state scritte lettere da consegnare ai rappresentanti della Missione Onu in Sudan per protestare contro la richiesta rivolta dal Segretario generale dell’Onu Ban ki Moon al Presidente sud sudanese, Salva Kiir, di ritirare le truppe da Heglig”. “Non si sentono voci critiche riguardo all’occupazione da parte dell’Spla di Heglig, ma si tenga presente che il Sud Sudan vive in un regime autoritario, per cui se qualcuno dovesse opporsi a viso aperto alla politica del governo, correrebbe dei rischi. Il regime di Khartoum non è meno oppressivo, ed ha mobilitato la popolazione in vista di un conflitto aperto con il Sud. Solo un deciso intervento della comunità internazionale potrà fermare la guerra” concludono le fonti di Fides. Dal canto suo mons. Rudolf Deng Majak, vescovo della diocesi di Wau afferma che la xenofobia è contraria agli insegnamenti del Vangelo e alle tradizioni culturali del Sud Sudan. In un’intervista rilasciata all’emittente locale “Good news radio”, il presule condanna il forte sentimento di avversione nei confronti degli stranieri, espresso da alcuni cittadini del Paese, il quale ha invece una tradizione storica di accoglienza. Di qui, l’invito del vescovo affinché i cristiani del Sud Sudan si lascino guidare dai valori del Vangelo. (R.P.)







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