Sud Sudan: per la Chiesa solo un intervento internazionale può fermare la guerra
“Rullano i tamburi di guerra tra Sud Sudan e Sudan. Si sta andando verso la guerra,
a meno che non vi sia una decisa presa di posizione da parte del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite per fermare i due contendenti” afferma all’agenzia Fides una fonte
della Chiesa da Malakal, nel Sud Sudan. La tensione tra i due Paesi non fa che aumentare
dopo che l’occupazione di Heglig, area petrolifera rivendicata da entrambi gli Stati,
da parte delle truppe sud-sudanesi, e le incursioni aeree dell’aviazione di Khartoum
su alcune località del Sud Sudan. Un altro contenzioso riguarda Abyei, area anch’essa
ricca di petrolio al confine tra i due Stati. “Ieri a Malakal, come in altre città
del Sud Sudan, c’è stata una manifestazione della popolazione a favore dell’Spla (l’esercito
sud sudanese) e dell’occupazione da parte delle truppe di Juba di Heglig” riferiscono
le fonti di Fides. “La popolazione sembra essere unita e compatta dietro il governo:
in quasi tutte le città del Sud Sudan sono state scritte lettere da consegnare ai
rappresentanti della Missione Onu in Sudan per protestare contro la richiesta rivolta
dal Segretario generale dell’Onu Ban ki Moon al Presidente sud sudanese, Salva Kiir,
di ritirare le truppe da Heglig”. “Non si sentono voci critiche riguardo all’occupazione
da parte dell’Spla di Heglig, ma si tenga presente che il Sud Sudan vive in un regime
autoritario, per cui se qualcuno dovesse opporsi a viso aperto alla politica del governo,
correrebbe dei rischi. Il regime di Khartoum non è meno oppressivo, ed ha mobilitato
la popolazione in vista di un conflitto aperto con il Sud. Solo un deciso intervento
della comunità internazionale potrà fermare la guerra” concludono le fonti di Fides.
Dal canto suo mons. Rudolf Deng Majak, vescovo della diocesi di Wau afferma che la
xenofobia è contraria agli insegnamenti del Vangelo e alle tradizioni culturali del
Sud Sudan. In un’intervista rilasciata all’emittente locale “Good news radio”, il
presule condanna il forte sentimento di avversione nei confronti degli stranieri,
espresso da alcuni cittadini del Paese, il quale ha invece una tradizione storica
di accoglienza. Di qui, l’invito del vescovo affinché i cristiani del Sud Sudan si
lascino guidare dai valori del Vangelo. (R.P.)