Mali: nominato il nuovo premier. I vescovi preoccupati per i cristiani del nord
Un astrofisico che ha lavorato per la Nasa, Cheick Modibo Diarra, è il Primo Ministro
della transizione del Mali. Diarra è stato nominato ieri, 17 aprile, dal Presidente
ad interim, Dioncounda Traoré. “Diarra aveva fondato un suo partito con l’intenzione
di partecipare alle elezioni presidenziali che dovevano tenersi a fine aprile” spiega
all’agenzia Fides don Edmond Dembele, segretario della Conferenza episcopale del Mali.
“La sua nomina fa compiere un passo in avanti al processo di transizione per far uscire
il Mali dalla crisi provocata dalla ribellione al nord e dal golpe militare del 22
marzo”. Sul fronte politico e militare, don Dembele riferisce a Fides che “al momento,
si registra una pausa dei combattimenti al nord, mentre in Mauritania continuano i
colloqui tra i rappresentanti di Bamako e quelli dell’Mnla (Movimento Nazionale di
Liberazione dell’Azawad, che ha proclamato “l’indipendenza” del nord). Anche i ribelli
islamisti hanno manifestato una disponibilità al dialogo, ma solo con rappresentanti
musulmani”. La Conferenza episcopale del Mali è riunita a Bamako per discutere della
situazione del Paese. “Al termine della riunione, alla quale partecipa anche il nunzio
apostolico, verrà diffuso un messaggio nel quale i vescovi esprimono la loro valutazione
sugli ultimi eventi” annuncia don Dembele. “Quello che posso dire – prosegue - è che
la situazione preoccupa molto i vescovi, sia per l’emergenza umanitaria sia perché
i cristiani che abitano nel nord sono stati colpiti pesantemente dalle violenze, che
hanno comportato la distruzioni di beni della comunità cattolica. La chiesa di Gao
non è stata completamente distrutta ma è stata gravemente saccheggiata. Preoccupa
molto inoltre il rafforzamento degli islamisti, con la loro pretesa di imporre la
sharia in tutto il Paese. I vescovi esprimono comunque apprezzamento per l’avvio della
fase di soluzione della crisi, con la nomina del Presidente ad Interim e del Primo
Ministro della transizione”. Per quanto riguarda la missionaria laica di nazionalità
svizzera rapita a Timboctou, don Dembele precisa che dalle informazioni da lui raccolte
non è cattolica. (R.P.)