Il cardinale Antonelli a Lisbona: “La famiglia insostituibile risorsa della società”
Intervenendo ieri ad un convegno sulla famiglia a Lisbona, il cardinale Ennio Antonelli,
presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha ricordato la stretta attualità
della “Familiaris Consortio”, enciclica del 1981 scritta da Giovanni Paolo II. “Magna
Charta – l’ha definita – del molteplice impegno ecclesiale e civile dei cattolici
a servizio della famiglia”. Il porporato ha anche evidenziato “la deriva individualista”
di questi tempi nei quali si tende a reinterpretare i diritti dell’uomo, stravolgendo
il loro senso originario”, tanto che oggi prevale un clima in cui “il matrimonio si
riduce a un rapporto affettivo di carattere privato tra due individui”, per cui, ad
esempio, si rivendica “il diritto degli omosessuali a contrarre matrimonio o almeno
ad equiparare in tutto la loro relazione al matrimonio, senza tener conto che la giustizia
non consiste nel dare a tutti le stesse cose”. La famiglia – ha aggiunto il cardinale
– nasce da una doppia donazione personale: “quella reciproca dell’uomo e della donna,
quella dei genitori ai figli e si costruisce secondo la logica della gratuità”. In
questo senso è “la prima e insostituibile risorsa della società” perché “genera i
nuovi cittadini” e “produce i beni relazionali primari che plasmano l’identità personale”.
La famiglia alimenta, poi, le virtù civili come “il rispetto, la fiducia, la solidarietà,
la cooperazione, la responsabilità, la sobrietà e la propensione al risparmio” e “trasmette
non solo il patrimonio genetico, ma anche quello culturale, etico e religioso; tutela
i più deboli, come i bambini, gli anziani, i disabili, i malati; svolge il lavoro
domestico di cura, che è di enorme valore, anche se non viene conteggiato nel Pil”.
Inoltre fa da “ammortizzatore sociale”, con “l’integrazione dei redditi individuali”
e l’avvio delle “imprese familiari, che in molti Paesi costituiscono la struttura
portante dell’economia”. Pertanto è necessario - come sosteneva il beato Giovanni
Paolo II - che le famiglie si mobilitino “culturalmente e politicamente” per “costruire
una società più attenta ai loro diritti”. (B.C.)