2012-04-18 13:41:56

Golpe in Guinea Bissau: accordo giunta militare - opposizione per la creazione di un Consiglio nazionale transitorio


Il consiglio di sicurezza dell'Unione africana ha deciso di sospendere ''con effetto immediato'' e fino al ''ripristino dell'ordine costituzionale'' la Guinea Bissau dall'organizzazione, dopo il colpo di stato della scorsa settimana, condannato anche da Ue, Usa e Onu. Intanto la giunta militare e i principali partiti di opposizione i hanno firmato oggi un accordo sull'istituzione di un periodo transitorio di due anni alla fine del quale si terranno le elezioni generali. Questo accordo, presentato alla stampa, ha confermato lo scioglimento del governo seguito al colpo di stato del 12 aprile e la creazione di un Consiglio nazionale di transizione per designare un Presidente e un governo di transizione. . Sulla gravità della crisi Stefano Leszczynski ha intervistato un giornalista guineano, del quale manteniamo l’anonimato per motivi di sicurezza:RealAudioMP3

R. – La situazione è molto preoccupante. I vescovi cattolici della Guinea Bissau hanno pubblicato un appello in cui descrivono una situazione che può sfuggire di mano in qualsiasi momento e in cui chiedono un’assunzione di responsabilità da parte di tutti quanti. E’ la prima volta, forse, in cui i vescovi condannano in maniera così diretta quello che chiamano “un ennesimo ricorso al colpo di Stato”. E’ molto preoccupante. Quello che si vede nel volto di tutti è la grande delusione, perché il Paese stava crescendo, nonostante tutte le difficoltà: non si può certo dire che ci fosse una situazione di sviluppo, ma c’era un evidente progresso.

D. – Quello che rende ancora più pericolosa la situazione è anche il fatto che all’interno dell’esercito c’è una forte spaccatura tra chi è contrario al colpo di Stato e che per adesso rimane alla finestra a guardare e chi, invece, il colpo di Stato lo ha realizzato...

R. – Sì. Questa è giustamente la cosa più preoccupante, perché molti di loro – degli alti ufficiali - sono stati disarmati e questo è un altro ingrediente molto pericoloso, perché – come tutti dicono - oggi ci sono tutti i segnali di una prima guerra tra la popolazione stessa. Infatti, questa volta la gente dice: “siccome siamo già stanchi, anche a mani nude faremo fronte a questa situazione!". Non si può vivere per oltre trent’anni così, prigionieri di militari che fanno e disfano a loro piacimento. C’è perciò molto sconforto e la gente comincia a dire “ormai non abbiamo più niente da perdere!”. Questo è un motivo in più perché la Comunità internazionale non prenda questa situazione sottogamba, perché questa volta non è uguale alle altre volte.

D. – La Comunità internazionale, soprattutto africana, ha avuto una posizione molto dura nei confronti di questo colpo di Stato. Questo può essere considerato un punto positivo per la risoluzione della crisi o potrebbe addirittura portare ad un aggravamento della crisi?

R. – Tutti sono preoccupati e tutti unanimemente – sia l’Unione Africana, sia la Cedeao, sia la Comunità dei Paesi di lingua portoghese (Cplp) – hanno detto: "non possiamo più tollerare che un gruppo di gente tenga in ostaggio il Paese e il suo popolo per oltre 30 anni. Questa volta, anche a costo di un intervento armato, non lasceremo la popolazione in questa condizione". Mentre ero a Bissau, la gente mi diceva: "avrebbero già dovuto mandarci i militari, perché l’unico linguaggio che certa gente che comprende è quello dei più forti". Adesso bisognerà intervenire per fermare i militari, ma poi, per quanto tempo bisognerà intervenire nel più profondo del cuore e della mente delle persone per sradicare questo malessere interno, per cui la gente non sa più esprimersi se non in un contesto violento? (mg)







All the contents on this site are copyrighted ©.