Approvato il Def. Monti: la crescita non tornerà fino al 2013
Ci battiamo per evitare il drammatico destino della Grecia. Lo afferma il premier
Mario Monti in conferenza stampa dopo l’approvazione del Def, documento di economia
e finanza 2012. Ristabilire un’Italia capace di crescere – afferma – è un compito
appena iniziato. Il servizio di Debora Donnini:
Sul
piano interno la crescita non tornerà fino al 2013. Lo afferma Monti nella conferenza
stampa in cui illustra la situazione che il paese si trova a vivere con una crisi
che sta imponendo un prezzo altissimo, dice, ai lavoratori, alle famiglie, ai giovani
alle imprese. Per Monti bisogna battersi per evitare il drammatico destino della Grecia
con 1.725 suicidi. Per questo è necessario contrastare la corruzione e l’evasione
fiscale ma anche riformare la governance della politica: la riforma elettorale, la
riduzione del numero dei parlamentari, il finanziamenti ai partiti, tutti temi importanti
per la credibilità che conta anche per lo spread. Oggi il consiglio dei ministri ha
approvato il documento di economia e finanza 2012. Si recepisce, quindi, il vincolo
del pareggio di bilancio nel 2013, anno nel quale la politica economica italiana prevede
un avanzo strutturale dello 0.6%. Il cdm ha anche detto sì al piano nazionale di riforma.
5 i punti per la crescita illustrati dal ministro per lo Sviluppo: infrastrutture,
pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, incentivi alle imprese, energia
e semplificazione burocratica. Secondo Passera le banche potrebbero tra l’altro anticipare
20-30 miliardi per il credito alle imprese indebitate per il ritardo nei pagamenti
della Pubblica amministrazione ai fornitori.
La brusca impennata della
disoccupazione italiana proseguirà. E' lo scenario indicato dal Centro studi di Confindustria
nell'ultima analisi mensile, mentre Unioncamere avverte che nei primi tre mesi del
2012 si sono perse 26mila imprese. Sull’Imu, la tassa sulla casa, interviene il Censis:
peserà sui prezzi degli immobili, riducendone il valore dal 20 al 50%. A causa dell’Imu
– secondo il Censis – le famiglie perderanno tutto quello che hanno risparmiato in
questi tre anni con la cancellazione dell'Ici Emanuela Campanile ha intervistato
Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum:
R. – E’
Una tassa fortemente iniqua. Si scarica sul bene unico per le famiglie. Noi come Adiconsum
continuiamo a proporre a questo governo che chi ha una casa non può pagare un ulteriore
balzello. Così “il medico rischia di ammazzare il malato” con una tassazione che diventa
recessiva e quindi pone il Paese in ginocchio.
D. - Aumenteranno anche
gli affitti?
R. – Aumentano gli affitti così come avremo un effetto domino
ulteriore sui consumi perché è chiaro che i due punti percentuali dell’Iva che da
qui a qualche settimana si scaricheranno sui consumi avranno un ulteriore effetto
depressivo perché i consumi sono tornati a 30 anni fa, come ha detto l’Istat e questo
significa che le persone non comprano né beni né servizi, le aziende chiudono e i
sucidi sono all’ordine del giorno, purtroppo. Chiudendo le aziende, c’è maggiore disoccupazione
e questo significa meno reddito a disposizione delle famiglie, meno consumi. Quindi
è un cane che si morde la coda, una spirale perversa. (bf)