Un convegno celebra i 400 anni dell'Archivio Segreto Vaticano
L’Archivio Segreto Vaticano, dove sono custoditi tutti gli atti e i documenti della
Santa Sede, celebra quest’anno il quarto centenario dalla sua fondazione. Tra le iniziative
in corso, tra cui la mostra “Lux in Arcana” in Campidoglio, un convegno in Vaticano,
intitolato “Religiosa Archivorum Custodia”. A partire da questa mattina, e per due
giorni, importanti studiosi ripercorreranno la storia dell’archivio, la sua importanza
culturale e i risultati delle ricerche più recenti. Il servizio di Michele Raviart:
Ammantato
da un’aura di mistero dovuta a una superficiale interpretazione del suo nome, l’Archivio
Segreto Vaticano – dove “segreto” va inteso nell’accezione latina di “privato” – è
una raccolta di documenti eccezionali, unica per dimensioni e profondità storica.
Costituito originariamente da manoscritti risalenti al pontificato di Gregorio VII
(1073-1085) e sopravvissuti allo scisma avignonese, l’Archivio fu fondato da Paolo
V Borghese nei primi anni del Seicento, come ci spiega mons. Sergio Pagano,
prefetto dell’Archivio.
“L’Archivio vaticano si sviluppa verso il 1611,
i primi versamenti terminano nel 1614, ma poi proseguono ancora. Quindi, sono secoli
e secoli di registrazione di lettere partite dai Papi o ricevute dai Papa, di documenti
della Camera Apostolica, e naturalmente di documentazione diplomatica dei vari nunzi,
delle missioni diplomatiche, dei Concili, dei Sinodi etc. Allora, l’archivio stava
in 400 metri lineari. Oggi, raggiunge 85 chilometri lineari.
Istituito
“per servire il Romano Pontefice e la sua Curia”, l’archivio fu spostato per volontà
di Napoleone a Parigi nel 1810, per poi tornare a Roma dopo il Congresso di Vienna.
Superate le perdite dovute al trasferimento, l’Archivio fu poi aperto alla libera
consultazione degli studiosi da Papa Leone XIII nel 1881. Da quel momento, non si
contano gli istituti internazionali sorti a Roma per studiare i documenti dell’archivio,
come ci spiega lo storico tedesco, Arnold Esch:
“E’ il più grande
Archivio al mondo, almeno per quanto riguarda il Medioevo, e soprattutto è un Archivio
con un materiale universale. Qui, sono nati studi e libri francesi, dove non appare
nessun francese, e libri tedeschi dove non appare nessun tedesco, perché è un materiale
che è di tutti.
Nonostante l’impegno degli studiosi, buona parte dell’Archivio
segreto rimane ancora inesplorata. Si tratta non solo, come è ovvio, dei documenti
della Segreteria di Stato dell’attuale Pontificato, ancora riservati, ma soprattutto
dello sconfinato materiale proveniente dalle nunziature e dal periodo della Seconda
guerra mondiale. Il cardinale bibliotecario, Raffaele Farina:
“L’Archivio
Segreto Vaticano condivide con la Biblioteca anche un importante compito di tipo culturale.
La cultura è come un ponte per il dialogo, in tutti gli ambiti, quindi anche in quello
della Chiesa cattolica verso le altre confessioni cristiane e verso l’ebraismo, l’islamismo,
verso il mondo laico in generale. La cultura apre al dialogo e rende possibile ciò
che forse con un contatto più immediato, più diretto, non sarebbe realizzabile”.