È Taur Matan Ruak, ex capo delle forze armate, il nuovo presidente di Timor Est, la
nazione più giovane dell’Asia e una delle poche a maggioranza cattolica. Secondo i
dati della Commissione elettorale – riferisce l’agenzia Fides – ha ottenuto il 61%
dei voti, contro il 38% del suo rivale Francisco Guteress. Dopo il voto, ha promesso
di essere “il presidente di tutti”. Le elezioni “sono state caratterizzate da trasparenza
e tranquillità, e si sono svolte senza tensioni. La situazione a Timor Est è stabile
e questo è un buon segnale per il futuro del Paese” racconta il gesuita Bernard Arputhasamy,
direttore del “Jesuit Refugees Service” per l’area Asia-Pacifico, che opera lì da
diversi anni. “Speriamo nella buona governance che aiuti a sviluppare settori come
istruzione, sicurezza alimentare, infrastrutture. Il tasso di povertà e disoccupazione
a Timor Est è molto alto” aggiunge. Il Paese celebra quest’anno il primo decennio
di indipendenza, ottenuta nel 2002 dall’Indonesia, e si prepara a un periodo di transizione
visto che, dopo sei anni di missione, i Caschi blu dell’Onu hanno intenzione di lasciare
il Paese. (G.M.)