Sudan: dura condanna dei vescovi per il nuovo inasprirsi del conflitto tra Nord e
Sud
Dura condanna dei vescovi sudanesi per il nuovo inasprirsi dei combattimenti tra il
Nord e il Sud Sudan. In una dichiarazione diffusa ieri e ripresa dall’agenzia www.allafrica.com
la Conferenza episcopale (Scbc) che riunisce i vescovi dei due Paesi, separati dal
9 luglio dell’anno scorso, parla di una guerra “vergognosa” accusando sia il Governo
di Khartum e sia quello di Juba per le sofferenze che stanno infliggendo nuovamente
alla popolazione civile, già stremata da decenni di guerre. Nella nota i presuli sudanesi
esprimono inoltre il loro disappunto per l’atteggiamento sprezzante e ostinato mostrato
dal Presidente sud-sudanese Salva Kiir verso la comunità internazionale, che – ricordano
- ha sostenuto il popolo del Sud Sudan nella sua lotta per l’indipendenza e contro
l’ingiustizia. La scelta della pace è difficile, ma è la via più sicura per la prosperità,
mentre la guerra è sicuramente la via più facile e sicura verso l’inferno, affermano
nella nota i presuli che rivolgono quindi un nuovo pressante appello ai due contendenti
a risolvere i problemi ancora aperti con il dialogo e pacificamente. Infine, un appello
alla comunità internazionale a non rinunciare ad aiutare i due Paesi a raggiungere
una pace durevole e rapporti di buon vicinato. Il conflitto tra i due Sudan si è inasprito
in seguito all’occupazione dei pozzi petroliferi di Heglig da parte dell’esercito
del Sud la settimana scorsa, a cui Khartum ha risposto con diversi raid nel week-end
che hanno causato diverse vittime. Nonostante gli appelli della comunità internazionale
e della Chiesa, le tensioni non sembrano attenuarsi: il Parlamento di Khartum ha
designato ier il Sud Sudan Stato "nemico". (L.Z.)