Rwanda: appello dei vescovi in difesa della famiglia
“La famiglia e i pericoli che la minacciano al giorno d’oggi”: questo il titolo della
conferenza che si è svolta domenica in Rwanda, presso il Santuario della Divina Misericordia
di Kabuga. L’incontro è stato organizzato dalla Commissione episcopale per la Famiglia,
rappresentata dal suo Segretario, padre Achille Bawe. Nel suo discorso, il religioso
ha messo in guardia dalle minacce che attualmente corre il nucleo familiare – come
il divorzio, l’aborto e le violenze domestiche – invitando i fedeli ad affrontare
le sfide dell’amore coniugale, della fedeltà, del mutuo rispetto e dell’educazione
dei figli. “Ai nostri giorni – ha ribadito padre Bawe – in molte abitazioni si respira
un clima conflittuale permanente, caratterizzato da scontri ed incomprensioni fra
i coniugi, violenze coniugali, intolleranza, mancanza di fiducia, tanto che i tribunali
sono intasati da domande di divorzio”. Un clima che, ha affermato il segretario della
Commissione episcopale per la Famiglia, ha come principale causa “una coesistenza
non basata sull’ordine divino”, ovvero non fondata “sul matrimonio tra l’uomo e la
donna”. Se, dunque, “le famiglie di oggi non sono felici – ha continuato padre Bawe
– dipende dal fatto che si sono allontanate dall’ordine divino”. Quanto alla procreazione,
il religioso detto che “per una famiglia, moltiplicarsi non significa soltanto avere
dei figli, ma anche educarli nel modo giusto, dando loro ciò di cui hanno bisogno,
ovvero cibo, cure mediche, abiti, una buona educazione e una vita fondata sul riconoscimento
di Dio come loro Padre”. Quindi, padre Bawe ha deplorato il ricorso ai metodi artificiali
di controllo delle nascite e all’interruzione volontaria di gravidanza: chi ne promuove
l’uso per favorire i diritti delle donne, ha detto il religioso, in realtà non tiene
in considerazione il diritto alla nascita del feto. “Nessuno – ha concluso padre Bawe
– ha il diritto di sopprimere la vita di una persona umana”. La conferenza di domenica
a Kabuga si è svolta al termine di un pellegrinaggio che i fedeli hanno compiuto a
piedi partendo da Nyandugu, ovvero dal luogo in cui il Beato Giovanni Paolo II celebrò
una Messa il 9 settembre 1990, durante il suo 49.mo viaggio apostolico che lo portò
in Rwanda. Il pellegrinaggio di domenica è coinciso con la Domenica della Divina Misericordia,
istituita proprio da Papa Wojtyla, ed in preparazione delle celebrazioni del primo
anniversario dalla beatificazione del Pontefice polacco, avvenuta il 1.mo maggio 2011.
(I.P.)