2012-04-17 15:32:05

Francia: per le presidenziali appello delle Associazioni cristiane


“L’attuale campagna presidenziale è inquietante”. “Falsità, promesse non mantenute, ricorso a capro espiatori suscitano la nostra indignazione”. “Ma indignarsi non basta. Abbiamo la nostra parte di responsabilità nelle scelte che andremo a fare”. Un appello dunque ai francesi ed una denuncia per come si sta svolgendo la campagna per le elezioni presidenziali che si terranno il 22 aprile (primo turno) e il 6 maggio (secondo turno). A lanciarli - riporta l'agenzia Sir - sono un cartello di sette associazioni cristiane al quale hanno aderito i presidenti dell’Associazione degli Intellettuali Cristiani; Ccfd-Terre Solidaire; Società San Vincenzo de Paoli, Aic; Cimade, Caritas (Secours Catholique) e Scout e Guide di Francia. Nell’appello - rilanciato dal quotidiano cattolico “La Croix” e dal giornale protestante “Réforme” e in Italia da Sir Europa - si sottolinea come anche la Francia sia caduta in un periodo di recessione: “La crisi è dappertutto, a tutti livelli. La società francese è fragile, peggio ancora, rischia di rompersi perché una parte crescente dei suoi membri brancola nella precarietà e nelle miseria”. L’appello presenta dati allarmanti: “Sempre più persone in Francia, nonostante il reddito di un lavoro, non sono più in grado oggi di vivere decentemente. I poveri stanno affondando, la classe media sta perdendo il passo”. La disoccupazione è “tenace e durevole” e “colpisce soprattutto le donne ei giovani”. Le associazioni si dicono quindi preoccupate anche per il fatto che “l‘accesso dei giovani verso l‘autonomia è sempre più difficile: il 25% dei senza fissa dimora sono i giovani dai 18 ai 24”. C’è poi il problema delle abitazioni. 3,6 milioni di francesi vivono in una situazione di grave inadeguatezza degli alloggi; 665.000 persone non hanno una residenza personale e di questi 113.000 sono senza fissa dimora. C’è poi un paragrafo dell’appello riservato ai migranti e agli stranieri. “È urgente rispettare i diritti dei migranti e delle loro famiglie, vittime di un mondo in cerca di un suo equilibrio”. “Lo straniero deve essere visto non come un peso ai margini della società, sfruttabile e sfruttato, ma come un essere umano che prende parte alla vita della città”. Ma poi le associazioni avvertono: “non tutto dipende dallo Stato”. E quindi invocano alla responsabilità personale e collettiva perché “se i grandi orientamenti politici dipendono dallo Stato, essi dipendono in gran parte anche dalle nostre pratiche ordinarie”. E concludono: “‘Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare’. ‘Ero forestiero e mi avete ospitato’. Per noi cristiani, queste parole di Cristo (Matteo 25) illuminano le nostre scelte, non solo in tempo di elezioni. Con tutti i credenti e non credenti che vogliono giustizia, ci rifiutiamo di tollerare l‘intollerabile. Insieme possiamo costruire una società solidale”. (R.P.)







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