2012-04-16 16:57:48

Monti: riforma del mercato del lavoro ampia ed incisiva


Il nuovo disegno di legge sul mercato del lavoro è “più ampio ed incisivo” di quello illustrato dal governo a novembre. E’ quanto ha detto il premier italiano Mario Monti, nel corso della conferenza stampa al termine dell'incontro con l'Emiro del Qatar, precisando che l'intervento, non limitato solo ai nuovi assunti, “è esteso a tutti lavoratori” ed è “a titolo definitivo e non sperimentale”. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

L’obiettivo, indicato dal premier Monti, è di rendere “il mercato del lavoro più simile a quello di altri Paesi che hanno capacità di attrarre investimenti stranieri”. Per la Cgil il testo del ddl è peggiorato nel passaggio dal Consiglio dei ministri al Senato, “ma in favore delle imprese”. Intervenendo stamani alla Lumsa, al convegno d’apertura della “Settimana dell’economia”, evento promosso dal Vicariato di Roma, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha anche ricordato che la riforma cerca di trovare un equilibrio tra molteplici e divergenti interessi:

“…e possibilmente un giusto equilibrio tra qualcosa che guardi ai precari e che, però, non penalizzi la possibilità di assumere, qualcosa che invogli i giovani ad apprendere mestieri. Ci sono le esigenze di quelli che avevano un posto di lavoro e l’hanno perso, e di quelli che un posto di lavoro non l’hanno mai avuto. Noi abbiamo 72 articoli. Il fatto è che la società è complessa; allora si prendono i contratti uno per uno, si cerca di vedere cosa c’è di buono in questi contratti, e poi si cerca di dire: ‘Ma questo si presta ad un uso cattivo’. Questo per ognuno di questi contratti. Noi li abbiamo guardati così”.

La complessa situazione italiana – ha aggiunto il ministro del Lavoro - impone una riforma che si cali in questa realtà:

“Il risultato è che le parti portatrici di legittimi interessi, sono entrambe insoddisfatte perché una dice: ‘Hai fatto troppo poco. Dovevi puntare al contratto unico a tempo indeterminato’. L’altra parte dice: ‘No. Hai fatto troppo. Troppe restrizioni sulle partite iva, troppe restrizioni sul part time’. Da qui la nostra necessità perché una riforma va calata nella società. Noi nella società abbiamo interessi contrapposti, allora abbiamo detto: ‘Cerchiamo di tenere i contratti, perché molti contratti vogliono dire flessibilità'. Ma di arginarli un po’, e soprattutto di arginarne l’uso cattivo, perché l’uso cattivo vuol dire precarietà”.

Riferendosi al tema del convegno “Impresa, Finanza e Lavoro per un nuovo umanesimo”, il rettore della Lumsa, professore Giuseppe Dalla Torre, ha ricordato l’urgenza di una diffusa responsabilità sociale:

“Credo che oggi sia importante parlare di solidarietà e di responsabilità, perché in fondo, uno dei punti critici dell’economia nasce proprio da questo, da un allentamento del sentire etico. Teniamo conto che la società e l’uomo sono caratterizzati dalla necessità di vivere in relazione. Nessuno è un’isola; tutti hanno bisogno degli altri. E allora se ragioniamo in questi termini per quanto attiene all’etica, per quanto attiene al diritto, non vedo perché non si debba ragionare in questi termini anche per ciò che attiene all’economia. Un ambito che è importante, ma che ha sempre una funzione strumentale per quanto riguarda l’uomo e la società”.

Per promuovere un nuovo umanesimo occorre anche ridurre la frammentazione dei saperi. Ancora il prof. Giuseppe Dalla Torre:

“Credo anche che ci sia un difetto che è tipico della modernità: il fatto che noi abbiamo abbandonato forme di conoscenze e di sapere, che si concentravano verso un sapere, in qualche modo, unico. Abbiamo parcellizzato le conoscenze. Allora, ogni sapere va per conto suo: il diritto, l’economia, la sociologia e tutte le attività umane connesse. Questa disaggregazione è fatale. Dobbiamo tornare ad una visione che comporti un centro, quel convergere verso un centro, il dare un senso al pensiero e all’azione di tutti”.








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