I ricordi del Papa nell'incontro con la delegazione bavarese
I ricordi della sua Baviera, della sua vita, dell’amicizia con due ebrei che lo hanno
avvicinato al popolo ebraico, sono stati rievocati stamani dal Papa nell’incontro
con la delegazione della Baviera composta da circa 170 persone, nella Sala Clementina.
Benedetto XVI ha ringraziato tutti, particolarmente il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo
di Monaco e Frisinga, e il ministro presidente della Baviera, Horst Seehofer. Il servizio
di Debora Donnini:
E’ un discorso
carico di commozione quello che il Papa rivolge alla delegazione della Baviera ricevuti
nel giorno del suo compleanno. Il Papa saluta con calore i presenti: ho letto due
volte la lista degli invitati, dice, e “nel farlo ho salutato, tra me e me, ciascuno
di voi singolarmente”. Ringrazia il cardinale di Monaco e Frisinga, diocesi alla quale
appartiene come sacerdote. Ringrazia il ministro presidente della Baviera, che “ha
fatto parlare il cuore della Baviera, un cuore cristiano, cattolico e così facendo
mi ha commosso”; “lei – afferma - ha raccolto qui una sorta di immagine speculare
della geografia interiore ed esteriore della mia vita” che parte da Marktl am Inn
passando per Tittmoning e ancora fino a Ratisbona:
"In all diesen Stationen,
die hier gegenwärtig sind… In tutte queste tappe, che qui sono presenti,
c’è sempre un pezzetto della mia vita, una parte in cui sono vissuto e ho lottato
e che ha contribuito a farmi diventare come sono e come ora mi trovo di fronte a voi
e come, un giorno, dovrò presentarmi al Signore”.
Il Papa ringrazia quindi
i vescovi presenti, il vescovo della Chiesa evangelica di Monaco di Baviera, a testimonianza
della dimensione ecumenica: una presenza che fra l’altro gli ricorda la grande amicizia
che lo aveva legato al vescovo Hansemann. Il Papa ricorda poi la comunità ebraica
con il dr. Lamm e il dr. Snopkowski, con i quali erano nate amicizie cordiali che
- dice - "mi avevano interiormente avvicinato alla parte ebraica del nostro popolo
e al popolo ebraico come tale, e che sono presenti in me in forza del ricordo”. Poi
ci sono i media “che portano nel mondo quello che facciamo e quello che diciamo …
a volte dobbiamo aggiustarlo un po’ – dice - ma cosa saremmo senza il loro servizio?”.
Il ricordo va quindi alla Baviera, viva nei bambini, una terra che “proprio perché
rimane fedele a se stessa rimane giovane e progredisce”. E poi le danze e la musica
risuonata nella Sala Clementina lo riportano alle melodie dell’infanzia e a suo padre
che sulla cetra suonava “Gott grüße Dich”.
"Die Fülle des Herzens würde
zu vielen Worten drängen … Il cuore ricolmo richiederebbe tante parole,
allo stesso tempo mi limita perché sarebbe troppo grande quello che avrei da dire.
Alla fine, però, tutto si riassume nell’unica parola con la quale vorrei chiudere:
'Vergelt’s Gott!' – Dio Ve ne renda merito”.