Stasera, la celebrazione eucaristica del cardinale Bagnasco ad Aquileia chiude il
Convegno delle Chiese del Triveneto
“Il Risorto è il vero evangelizzatore anche oggi delle nostre terre”. Così mons. Francesco
Moraglia, Patriarca di Venezia, ai Vespri celebrati ieri sera nella Basilica di Grado.
La riflessione è giunta nella seconda giornata del Convegno delle Chiese del Triveneto
sul tema “Testimoni di Cristo, in ascolto”. Questa mattina, le sintesi dei lavori
e le conclusioni provvisorie, mentre nel pomeriggio ad Aquileia la celebrazione eucaristica
presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana,
chiuderà il Convegno. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti.
Il modello di
ogni evangelizzatore è Gesù Cristo, con la sua morte in croce e la sua resurrezione.
Non c’è evangelizzazione che prescinda da questa realtà e cioè il dono totale di sé
del discepolo e delle comunità. “L’amore di Cristo per l’uomo, infatti, storicamente
si traduce nella Croce”, ha detto mons. Moraglia. E, ancora sull’esempio di Gesù che
incontra al pozzo una donna samaritana, “non moralmente a posto”, il cristiano oggi
deve avvicinare tutti con un doppio atteggiamento: carità e verità. “Carità e verità
che – ha concluso – non sono alternative”. In linea con le sue parole, le proposizioni
con le proposte concrete consegnate ai vescovi a cui spetta ora la valutazione. Tra
queste, la richiesta che le Chiese del Triveneto continuino il cammino di comunione
e di condivisione pastorale qui sperimentato mettendo in rete esperienze già avviate
nelle singole diocesi per condividere ricchezze e risorse. Ricorrenti poi alcune parole
chiave: comunità, formazione degli adulti, accompagnamento alle famiglie e alle coppie
anche non regolari, essenzialità, ascolto dell’uomo senza pregiudizi, relazione, linguaggio
semplice e diretto, riconoscimento e valorizzazione delle competenze dei laici e della
loro corresponsabilità nella vita ecclesiale. E’ il volto di una Chiesa che vuol essere
umile, ma non intimorita o rinunciataria, piuttosto missionaria, desiderosa di incontrare
e ascoltare le persone nei luoghi di vita, manifestando affetto ed empatia. Il primo
annuncio infatti – è stato detto – coincide con la testimonianza di un modo di vivere
comune e quotidiano improntato al Vangelo, prima e al di là delle formule dottrinali.
E alla trasparenza e alla legalità deve essere improntato l’uso dei beni personali
e comunitari, così come sobrietà e eticità devono essere vissute nei consumi, nelle
scelte economico-finanziarie personali e comunitarie e nella gestione dei beni delle
Chiese. E ciò diventa elemento di credibilità anche presso i giovani. Infine, sul
tema complesso dell’immigrazione, la sollecitazione ad un atteggiamento di maggiore
benevolenza. L’appello che viene da Aquileia è chiaro: che le Chiese si distinguano
da politiche che strumentalizzano il cristianesimo contro l’accoglienza alle persone
immigrate.
Le Chiese del Triveneto raccolgono dunque la sfida della nuova evangelizzazione,
cosi come sottolinea Margherita De Bertol, dellegata della diocesi di Bolzano-Bressannone,
al microfono di Adriana Masotti:
R. – E’ importante
dire anche la positività. C’è un desiderio grande di ascolto, di dialogo, di comunione;
ci sono esperienze ricche e preziose, cristiani spiritualmente robusti, eticamente
consapevoli, capaci di essere alternativi. C’è un grande desiderio di conversione
personale e comunitaria permanente. Le esigenze che sono emerse sono l’urgenza di
una rinnovata evangelizzazione, la formazione – in particolare – di adulti, dei formatori,
di operatori pastorali; dialogo e collaborazione tra movimenti, aggregazioni, gruppi
ecclesiali e di questi, con diocesi e parrocchie. Le proposte si possono riassumere
in queste quattro parole: sinodalità, confronto, incontro e cammini comuni.
D.
– Quindi, una Chiesa viva. Una Chiesa che, però, vuole evangelizzare di più …
R.
– Sì, una Chiesa che si mette molto in ascolto, forse la novità è proprio questa:
il desiderio grande di restare in ascolto del nuovo che ci viene richiesto da tutte
le realtà, specie dal mondo giovanile, dal mondo economico e dal mondo politico. Una
Chiesa che sappia accogliere tutti, tutte le realtà, anche quelle che fanno fatica
ad accogliere la fede come dono. (gf)