2012-04-15 14:50:47

Stasera, la celebrazione eucaristica del cardinale Bagnasco ad Aquileia chiude il Convegno delle Chiese del Triveneto


“Il Risorto è il vero evangelizzatore anche oggi delle nostre terre”. Così mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, ai Vespri celebrati ieri sera nella Basilica di Grado. La riflessione è giunta nella seconda giornata del Convegno delle Chiese del Triveneto sul tema “Testimoni di Cristo, in ascolto”. Questa mattina, le sintesi dei lavori e le conclusioni provvisorie, mentre nel pomeriggio ad Aquileia la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, chiuderà il Convegno. Il servizio della nostra inviata, Adriana Masotti.RealAudioMP3

Il modello di ogni evangelizzatore è Gesù Cristo, con la sua morte in croce e la sua resurrezione. Non c’è evangelizzazione che prescinda da questa realtà e cioè il dono totale di sé del discepolo e delle comunità. “L’amore di Cristo per l’uomo, infatti, storicamente si traduce nella Croce”, ha detto mons. Moraglia. E, ancora sull’esempio di Gesù che incontra al pozzo una donna samaritana, “non moralmente a posto”, il cristiano oggi deve avvicinare tutti con un doppio atteggiamento: carità e verità. “Carità e verità che – ha concluso – non sono alternative”. In linea con le sue parole, le proposizioni con le proposte concrete consegnate ai vescovi a cui spetta ora la valutazione. Tra queste, la richiesta che le Chiese del Triveneto continuino il cammino di comunione e di condivisione pastorale qui sperimentato mettendo in rete esperienze già avviate nelle singole diocesi per condividere ricchezze e risorse. Ricorrenti poi alcune parole chiave: comunità, formazione degli adulti, accompagnamento alle famiglie e alle coppie anche non regolari, essenzialità, ascolto dell’uomo senza pregiudizi, relazione, linguaggio semplice e diretto, riconoscimento e valorizzazione delle competenze dei laici e della loro corresponsabilità nella vita ecclesiale. E’ il volto di una Chiesa che vuol essere umile, ma non intimorita o rinunciataria, piuttosto missionaria, desiderosa di incontrare e ascoltare le persone nei luoghi di vita, manifestando affetto ed empatia. Il primo annuncio infatti – è stato detto – coincide con la testimonianza di un modo di vivere comune e quotidiano improntato al Vangelo, prima e al di là delle formule dottrinali. E alla trasparenza e alla legalità deve essere improntato l’uso dei beni personali e comunitari, così come sobrietà e eticità devono essere vissute nei consumi, nelle scelte economico-finanziarie personali e comunitarie e nella gestione dei beni delle Chiese. E ciò diventa elemento di credibilità anche presso i giovani. Infine, sul tema complesso dell’immigrazione, la sollecitazione ad un atteggiamento di maggiore benevolenza. L’appello che viene da Aquileia è chiaro: che le Chiese si distinguano da politiche che strumentalizzano il cristianesimo contro l’accoglienza alle persone immigrate.

Le Chiese del Triveneto raccolgono dunque la sfida della nuova evangelizzazione, cosi come sottolinea Margherita De Bertol, dellegata della diocesi di Bolzano-Bressannone, al microfono di Adriana Masotti:RealAudioMP3

R. – E’ importante dire anche la positività. C’è un desiderio grande di ascolto, di dialogo, di comunione; ci sono esperienze ricche e preziose, cristiani spiritualmente robusti, eticamente consapevoli, capaci di essere alternativi. C’è un grande desiderio di conversione personale e comunitaria permanente. Le esigenze che sono emerse sono l’urgenza di una rinnovata evangelizzazione, la formazione – in particolare – di adulti, dei formatori, di operatori pastorali; dialogo e collaborazione tra movimenti, aggregazioni, gruppi ecclesiali e di questi, con diocesi e parrocchie. Le proposte si possono riassumere in queste quattro parole: sinodalità, confronto, incontro e cammini comuni.

D. – Quindi, una Chiesa viva. Una Chiesa che, però, vuole evangelizzare di più …

R. – Sì, una Chiesa che si mette molto in ascolto, forse la novità è proprio questa: il desiderio grande di restare in ascolto del nuovo che ci viene richiesto da tutte le realtà, specie dal mondo giovanile, dal mondo economico e dal mondo politico. Una Chiesa che sappia accogliere tutti, tutte le realtà, anche quelle che fanno fatica ad accogliere la fede come dono. (gf)







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