Vescovi dello Sri Lanka: Cristo risorto indichi ai nostri leader la strada della riconciliazione
Sanare le ferite del passato, e riconoscere i tanti dolori che affliggono poveri e
bisognosi dello Sri Lanka: nel messaggio di Pasqua di quest'anno, il cardinale Malcolm
Ranjith, presidente della Conferenza episcopale, invita tutti i fedeli a "pregare
che lo Spirito Santo, dono del Salvatore Risorto, guidi i nostri leader e la nostra
gente, affinché si impegnino con efficacia e determinazione per la riconciliazione,
l'armonia e l'unità del nostro Paese". Nelle parole dell'arcivescovo di Colombo, si
riconoscono le tensioni che di recente hanno attraversato il Paese, seguite all'approvazione
di una risoluzione Onu sui presunti crimini di guerra commessi da esercito e ribelli
tamil durante il conflitto etnico. Per il cardinale Ranjith, nella società attuale
"abbondano" i segni di morte: l'aumentare del costo della vita, che rende difficile
la sopravvivenza della gente comune; le tante vittime di incidenti stradali, per colpa
di strade pericolose; gli abusi e le violenze su donne e bambini; i tentativi di legalizzare
l'aborto. In mezzo a questo, il porporato invita i cattolici a "servire e rispettare
la vita, in ogni sua forma", come esortava Giovanni Paolo II nell'enciclica Evangelium
Vitae. E la celebrazione della resurrezione del Signore è "il momento giusto" per
ricordarsi di questo compito evangelico. Il porporato torna infine sul problema della
riconciliazione, che per lo Sri Lanka è la "sfida più grande" di questo momento storico.
"Il nostro cammino verso il futuro ci chiede di essere consapevoli del passato, per
quanto doloroso possa essere stato, e cancellare le ingiustizie, per non ripetere
gli stessi errori. Cristo risorto compie questo cammino insieme a tutti noi. In queste
celebrazioni pasquali, diventiamo consapevoli della sua viva presenza e uniamoci a
Lui nel costruire il regno di Dio, suo Padre". (R.P.)