Presentato un libro sui "Cento editoriali" dell’Osservatore Romano
“Uno sguardo cattolico. Cento editoriali dell’Osservatore Romano” è il volume presentato
ieri a Milano, nella sala Buzzati del Corriere della Sera, alla presenza del cardinale
Angelo Scola, arcivescovo della diocesi del capoluogo lombardo. “Uno strumento prezioso
del narrarsi e lasciarsi narrare di cui ha inevitabilmente bisogno una società plurale
per tendere al massimo riconoscimento reciproco”. E’ l’affascinante definizione che
il cardinale ha dato dell’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede fondato
nel 1861. Nel suo intervento il porporato ha richiamato più volte il legame che unì
Montini prima e Paolo VI poi al giornale vaticano ma anche le riflessioni su fede
e cultura dell’allora Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, cardinale
Joseph Ratzinger. Riferendosi ad un testo montiniano, nel quale si descrivevano le
peculiarità del Vaticano, l’arcivescovo Scola ritrova alcune caratteristiche che hanno
segnato la storia dell’Osservatore Romano: la sollecitazione al lettore nel “definirsi”,
nel “giudicare” e nel compiere “uno sforzo interiore” e altresì “una sintesi spirituale”.
Una proposta culturale quindi quella del giornale vaticano che va intesa – dice il
cardinale Scola - come espressione dell’ “humanum”. “Non esiste la nuda fede o la
pura religione – scriveva Ratzinger – quando la fede dice all’uomo chi egli è e come
deve incominciare ad essere uomo, la fede crea cultura. La fede è essa stessa cultura”.
Le culture – aggiunge l’arcivescovo Scola – “interpretano” la fede talvolta anche
strumentalizzandola come avviene nel fondamentalismo. “Tra fede e cultura – aggiunge
– si crea una sorta di circolo ermeneutico”: un circolo caratterizzato dal movimento
centrifugo-centripeto proprio del binomio evangelizzazione-inculturazione messo in
luce dall’Evangelii nuntiandi di Paolo VI. Gli editoriali dell’Osservatore Romano,
calati dunque in questa sfida, aiutano il lettore a vivere “un’autentica esperienza
ecclesiale” visto anche il peso dei temi trattati: dall’internazionalità all’ecumenismo,
la bioetica e l’economia. Nella relazione del ministro dell’istruzione Lorenzo Ornaghi
si è evidenziato che l’approccio del quotidiano della Santa Sede è quello di proporre
continuamente interrogativi. Lo si evidenzia anche dalle personalità che collaborano
con il giornale: dal rabbino Di Segni, Tony Blair fino a Gordon Brown. Concludendo
l’incontro il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ha ricordato
che “uno sguardo cattolico definisce un concetto importante che sarebbe altrettanto
importante non fermare alle mura del Vaticano”.(A cura di Benedetta Capelli)