Filippine. I vescovi al governo: sì alla ratifica della Convenzione sui lavoratori
domestici
Ratificare urgentemente la Convenzione 189 dell’Organizzazione Internazionale del
Lavoro dedicata al lavoro dignitoso per i lavoratori domestici: è quanto chiedono
i vescovi delle Filippine al governo del Paese. In particolare, mons. Broderick Pabillo,
presidente del segretariato episcopale per la giustizia e la pace, ribadisce che “la
nazione ha bisogno di norme che riconoscano i diritti dei lavoratori domestici e provvedano
alla loro tutela quando lavorano all’estero”. “La ratifica della Convenzione 189 –
continua mons. Pabillo – è una responsabilità e un passo avanti nei confronti delle
mutevoli esigenze dei lavoratori, per incoraggiare l’attuazione di standard internazionali”.
E non solo, prosegue il presule, “il governo filippino dovrebbe ispirare altri Paesi
a fare lo stesso”, anche perché “la tutela dei lavoratori domestici dovrebbe garantire
e valorizzare un impiego sempre più dignitoso per molte persone”. Mons. Pabillo ricorda
poi l’importanza delle rimesse che i filippini impiegati all’estero mandano nel loro
Paese d’origine, in aiuto alle proprie famiglie rimaste a casa: si tratta di aiuti
economici considerevoli, raddoppiatisi nel giro di pochi anni. “Dal momento che molti
filippini, specialmente donne, lavorano sia in patria che all’estero – continua quindi
il presule – è necessario tutelare i loro diritti e promuovere la loro sicurezza,
così da diminuire la loro vulnerabilità di fronte a casi di abuso o sfruttamento”.
In questo senso, mons. Pabillo sottolinea la necessità di tutelare le persone “dal
lavoro forzato e dalla tratta”, poiché “il lavoro domestico ha una dignità ed essa
deve essere riconosciuta”. Approvata nel giugno 2011, la Convenzione 189 è un insieme
di norme internazionali volte a migliorare le condizioni di lavoro di decine di milioni
di lavoratori domestici in tutto il mondo. In sostanza, questa norma internazionale
stabilisce che i lavoratori domestici, in ogni parte del globo, sono titolari degli
stessi diritti fondamentali nel lavoro riconosciuti agli altri lavoratori: orari di
lavoro ragionevoli, riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive, un limite ai
pagamenti in natura, informazioni chiare sui termini e le condizioni di impiego, nonché
il rispetto dei principi e dei diritti fondamentali nel lavoro, fra cui la libertà
di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva. (A cura di Isabella
Piro)