2012-04-14 15:39:12

Auser: sconcerto per Imu anziani, proprietari di abitazione, residenti in case di riposo


In Italia si discute sull’Imu. Si pagherà in tre rate, ha detto ieri il relatore al decreto fiscale alla Camera, Gianfranco Conte che lunedì prossimo presenterà un emendamento che chiarirà tempi e modalità di versamento. Frenano i comuni: l'impatto sarà ''devastante'' se la rateizzazione dovesse riguardare anche la seconda casa. Il leader del Pd, Bersani, ha ricordato la proposta del Pd di alleggerire l’Imu e fare una tassa sui grandi patrimoni immobiliari. Ma sono vari i punti che fanno discutere: ieri il relatore al decreto fiscale si è detto contrario a modifiche della normativa Imu in favore degli anziani residenti nelle case di riposo. Debora Donnini ha chiesto un commento a Michele Mangano, presidente dell’Auser, associazione di volontariato che si occupa degli anziani:RealAudioMP3

R. – Siamo sconcertati da questa posizione, perché nonostante le proteste, le sollecitazioni, che sono arrivate da diverse parti, compresa la nostra, devo dire che c’è un’assoluta insensibilità da parte della Commissione, da parte del governo, che agisce su un terreno di rigore assoluto e però poi manca davvero di equità. Questo è il classico esempio di un attacco senza precedenti alla condizione di fragilità delle persone anziane. Una persona anziana, infatti, che vive in una casa di riposo non può pagare come se avesse una seconda casa al mare.

D. – Quindi, in base a quanto sarebbe previsto finora, gli anziani, se hanno la residenza in casa di riposo, dovrebbero pagare l’Imu sulla loro prima abitazione come se fosse una seconda casa e, dunque, con l’aliquota al 7,6 per mille? E’ così?

R. – E’ esattamente così. Questa è una gravissima ingiustizia, perché le persone anziane già pagano per intero per la prima casa, il 4 per mille, senza nessun tipo di agevolazione. In questo caso, sono doppiamente svantaggiate e colpite le persone che hanno necessità – perché magari non autosufficienti, perché gravemente ammalate – che devono stare nell’Rsa (Residenza sanitaria assistenziale, ndr) e pagano la casa di proprietà come se fosse una casa al mare. Queste persone pagherebbero con la seconda aliquota, che è quella del 7,6 per mille, e questa è una gravissima ingiustizia.

D. – Il relatore al decreto fiscale alla Camera, Conte, è contrario all’ipotesi dello sgravio e dice fondamentalmente che il rischio è che un’agevolazione di questo genere spinga i familiari a mettere gli anziani in una casa di riposo per usufruire di una tassazione più leggera sulla loro casa di abitazione. E’ vero che ci sarebbe questo rischio?

R. – Perché dovrebbe esserci questo rischio? La casa di proprietà della persona che viene istituzionalizzata in una Rsa è la casa che spesso serve – qualora dovesse essere affittata e non sempre viene affittata – per mantenere in equilibrio i costi del ricovero in una casa di riposo, perché le tariffe delle case di riposo variano da 1.200 a 4.000 euro al mese. Quindi, con la pensione, con l’indennità di accompagnamento, la pensione di invalidità, l’anziano non ce la fa a sostenere i costi aggiuntivi. I costi aggiuntivi che deve mettere in campo la persona ricoverata verrebbero falcidiati da questa operazione dell’Imu, perché tra l’intervento dello Stato e la pensione che percepisce, l’anziano non autosufficiente non è in grado di sostenere i costi delle rette dell’Rsa. Questo è il dramma che scoppierà tra le famiglie, tra le persone che sono ricoverate. Davvero non capisco. Non si può perseguire questo obiettivo, che colpisce sempre le persone più fragili, quando si potrebbe benissimo recuperare risorse altrove. C’è anche un problema di dignità, di umanità della persona che soffre. Non si può essere ragionieri, perché c’è la crisi. Queste sono logiche ragionieristiche, come se dietro questo intervento non ci fosse la persona in carne ed ossa che soffre. Questo non è accettabile. (ap)







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