Scandalo Lega. Maroni: " Ora torniamo a fare politica"
“La pulizia è quasi finita, ora bisogna tornare a fare politica con nuove regole”.Così
Roberto Maroni, all' indomani delle espulsioni di Rosi Mauro e Francesco Belsito dal
partito e mentre nel mirino dei Pm entra anche Calderoli. L’ex ministro dell’interno
annuncia a giugno il congresso federale e lancia agli elettori una sfida: dimostrare
nei fatti che la Lega rappresenta il nord. Ma le espulsioni attuate bastano a voltare
pagina?E da dove ricominciare? Gabriella Ceraso ne ha parlato con Paolo
Feltrin docente di Scienza della Politica all’Università di Trieste
R. – E’ chiaro
che se viene meno la solidarietà all’interno di un gruppo dirigente e la lotta politica
si “conduce” con armi improprie, ovvero con armi giudiziarie, il rischio che l’intero
gruppo dirigente venga travolto è fortissimo.
D. – Se si dovesse invece ripartire,
si potrebbe effettivamente tornare alla Lega delle origini?
R. – No, le origini
sono solo un’espressione retorica che serve a soddisfare l’anima militante.
D.
– E se invece di un ritorno alle origini tutto quello che sta accadendo nella Lega
portasse alla nascita di un soggetto politico più a vocazione nazionale? Sarebbe possibile,
secondo lei?
R. – No, la Lega è troppo grande per essere un partito regionale
e troppo piccola per essere un partito nazionale. Ci ha provato Maroni, come ministro
dell’Interno, ma poi diventando leader di partito deve, per forza di cose, tenere
a bada il nocciolo duro e il partito delle origini. Per cui se per caso la Lega ce
la facesse, sarebbe quasi un miracolo.
D. – Quindi, è giusto quello che c’è
scritto su qualche quotidiano oggi: “Il Nord privo di padroni, ne cerca di nuovi”?
R.
– Esiste un mondo che in qualche misura avverte le stesse criticità che la Lega esprime,
ma le traduce in un programma politico diverso: si è parlato di Montezemolo, si è
parlato di Passera, si è parlato di Cacciari, però al momento, non si è dato una struttura,
una capacità di presa sull’elettorato. (ap)