I vescovi Usa: libertà religiosa sotto attacco nel Paese, si mobilitino i laici
Agire per difendere la libertà religiosa, invitando i laici a tutelarla. E’ l’appello
che giunge dai vescovi americani, in un documento elaborato dal Comitato costituito
ad hoc dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti sulla libertà religiosa. "Ne
siamo stati strenui difensori in passato, ora abbiamo il dovere solenne di adempiere
questo dovere oggi, - affermano i presuli nel documento- perché la libertà religiosa
è sotto attacco, sia in patria che all'estero". Il documento elenca le preoccupazioni
che spingono i vescovi ad agire; innanzitutto la riforma delle controverse linee guida
del Dipartimento americano per la salute (Health and Human Services), che costringe
tutti i datori di lavoro, comprese le organizzazioni religiose, a fornire la copertura
economica della contraccezione, della sterilizzazione e dell'aborto attraverso farmaci
induttori, anche quando gli operatori hanno obiezioni morali nei confronti di queste
pratiche. I presuli criticano e si dicono preoccupati, inoltre, per la definizione
data dal Dipartimento riguardo quali istituzioni siano ritenute “abbastanza religiose”
da meritare la protezione della loro libertà religiosa. Capitolo a parte, poi, è quello
che riguarda gli affidamenti e le adozioni, “da condurre – si legge - al di fuori
del business economico”. Il documento porta i casi di Boston, San Francisco, del Distretto
della Columbia e dell’Illinois, che hanno agito in questa direzione, attraverso la
revoca della licenza o interrompendo i contratti stipulati con il governo, in quanto
questi si rifiutano di affidare i bambini a coppie dello stesso sesso o a coppie eterosessuali
non sposate, ma che convivono. Non manca nel documento la denuncia di discriminazioni
contro i servizi umanitari cattolici, nonostante negli anni abbiano svolto ottime
prestazioni: dal servizio migrazioni della Conferenza Episcopale statunitense ai Servizi
dedicati ai rifugiati, fino alla gestione delle vittime della tratta di esseri umani.
La dichiarazione elenca altri esempi di restrizione della libertà religiosa, come
le leggi che puniscono l’assistenza agli immigrati irregolari ed una proposta di ristrutturazione
delle associazioni parrocchiali per limitare il ruolo del vescovo. Si sottolinea,
invece, la lunga storia americana in fatto di libertà religiosa contrapposta alla
recente strategia per ridurla a libertà di culto. E poi un accenno a ciò che sta accadendo
nel mondo: "L'età del martirio non è passato” – si legge - omicidi, bombardamenti
di chiese, incendi di orfanotrofi, sono esempi concreti di quanto i cristiani continuino
a soffrire a causa della loro fede in Gesù Cristo. Per non parlare, poi, delle sistematiche
negazioni dei diritti umani fondamentali presenti nelle leggi di diversi Paesi, ed
anche in atti di persecuzione da parte di seguaci di altre fedi. Il documento si conclude
con un invito all'azione. “Ciò che chiediamo non è altro che sia rispettata la libertà
religiosa donata da Dio; non chiediamo altro che siano rispettate la Costituzione
e le leggi degli Stati Uniti che riconoscono tale diritto”. Infine l’annuncio dell’iniziativa
“A Fortnight for Freedom”(15 giorni per la libertà) - evento che inizierà il prossimo
21 Giugno (giorno della memoria di San Thomas More e San John Fisher) e terminerà
il 4 luglio (Giorno dell’indipendenza). Due settimane in cui i vescovi statunitensi
concentreranno l’attenzione e le energie insieme alla comunità cattolica per difendere
la libertà religiosa. (A cura di Salvatore Sabatino)