A Timbuctù a rischio manoscritti e antichi testi delle 24 biblioteche della città
Una tradizione che risale al 1300 e che rischia di essere fortemente compromessa.
A Timbuctù, città delle 24 biblioteche, dichiarata dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”
anche per le sue architetture, sono stati già sventati alcuni tentativi di saccheggio
di manoscritti gelosamente custoditi dagli abitanti. “Perdere questa ricchezza in
termini di storia scritta da africani sarebbe un danno incalcolabile”, spiega alla
Misna il professor Shamil Jeppie, dell’Università di Città del Capo. Non nasconde
la sua preoccupazione per quanto sta avvenendo nel nord del Mali e in particolare
a Timbuctù. “Siamo riusciti a restare in contatto con i nostri colleghi – prosegue
il responsabile del ‘Tombouctou manuscripts project’ – soprattutto con quelli della
biblioteca statale Ahmed Baba che da sola conserva circa 20 mila manoscritti. Sappiamo
che anche le due maggiori biblioteche private sono rimaste finora intatte”, ma da
quanto ancora viene riferito i due principali gruppi della ribellione tuareg si spartiscono
il controllo della città e costituiscono una minaccia anche per questo patrimonio
scritto. “Sono soprattutto testi giuridici, di storia locale e di geografia” racconta
alla Misna Mauro Nobili, ricercatore italiano da un mese nel gruppo di lavoro guidato
da Jeppie. “Un patrimonio di inestimabile valore che ha aperto la strada alla valorizzazione
di altre tradizioni scritte, poco conosciute eppure presenti anche in altre zone dell’Africa
sub sahariana, come nel nord del Mozambico, a Zanzibar, in Etiopia. Perderli – ha
concluso – significherebbe cancellare un pezzo di storia”. (G.M.)