2012-04-12 14:21:51

Rapporto Unicef: più di 8 milioni di persone a rischio nel Corno d’Africa


Oltre 8 milioni di persone nel Corno d'Africa hanno ancora urgentemente bisogno di aiuti. È la denuncia dell’Unicef, che rende noto il rapporto "Risposta all'emergenza nel Corno d'Africa", a sei mesi dalla dichiarazione dello stato di carestia in alcune aree della Somalia. Quasi un terzo della popolazione somala (circa 2,51 milioni) - spiega lo studio - vive una grave crisi umanitaria, compresi più di 323.000 bambini affetti da malnutrizione acuta. Sono poi circa 463.000 i rifugiati somali nei campi profughi di Dadaab, nel nord est del Kenya, 142.000 nel campo di Dollo Ado, in Etiopia, 22.000 nel campo di Ali Addeh, a Gibuti; 1.350.000 i somali sfollati all’interno del proprio Paese. Secondo l’Unicef, la massiccia risposta umanitaria dello scorso anno per il Corno d'Africa ha invertito la diffusione della carestia e salvato decine di migliaia di bambini, ma le prospettive sono ancora preoccupanti e minacciano i risultati finora ottenuti. ''La crisi per la sopravvivenza dei bambini è lontana dal concludersi. Milioni di piccoli necessitano di assistenza nei prossimi mesi", ha detto Elhadj As Sy, direttore regionale dell’Unicef per l'Africa orientale e meridionale e coordinatore per l'emergenza. Secondo le ultime proiezioni, i mesi delle piogge, da marzo a maggio, avranno precipitazioni inferiori alla media in molte parti della regione. Il conflitto in corso in Somalia, gli attacchi terroristici e la violenza etnica in alcune parti del Kenya, nonché le minacce contro gli operatori umanitari stanno inoltre limitando l'accesso agli aiuti. Nel 2011, l’Unicef ha distribuito nei Paesi del Corno d'Africa oltre 60.000 tonnellate di aiuti salvavita, fornendo il trattamento per quasi 350.000 bambini gravemente malnutriti e vaccinando 7,9 milioni di piccoli contro il morbillo; assicurata poi acqua potabile a 3,2 milioni di persone. L’appello dell’agenzia Onu, quindi, è a proseguire nella mobilitazione: quest'anno l'organizzazione ha bisogno di altri 413,8 milioni di dollari per continuare le proprie operazioni di soccorso nella zona. (G.A.)







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