2012-04-11 14:09:46

Ue: borse altalenanti dopo il crollo di ieri. Guerrieri: misure urgenti per la crescita


Giornata di andamento irregolare per le Borse europee. Hanno cominciato bene le piazze del Vecchio continente, dopo le decise flessioni di ieri. Poi ci sono state in mattinata perdite e rialzi. E la giornata è cominciata anche con una forte tensione sui titoli di stato decennali italiani. Lo spread Bund-Btp, il differenziale tra i titoli di stato decennali tedeschi e quelli italiani, all’inizio è aumentato fino a toccare i 409 punti, ma poi è sceso sotto quota 370 punti. In definitiva, resta la preoccupazione per la crisi economica in Europa e le speculazioni contro il vecchio continente. Fausta Speranza ha intervistato Paolo Guerrieri, ordinario di Economia all’Università "La Sapienza" di Roma e visiting professor al College of Europe di Bruges in Belgio:RealAudioMP3

R. - Dobbiamo dire, in realtà, quello che dicevamo da tempo: il miglioramento di cui si parlava era avvenuto grazie all’intervento della Banca centrale europea, che aveva creato oltre un trilione di euro di liquidità. Bisognava utilizzare questo periodo per mettere soprattutto in atto alcune politiche, alcune misure efficaci e questo non è stato fatto. Quindi, l’Europa si ritrova con la crisi e soprattutto con due grandi problemi: l’eccesso di debiti e la mancanza di crescita, anzi la recessione in molti Paesi. Sono problemi che vanno affrontati subito, non c’è assolutamente tempo da perdere.

D. - Ma chi “non ha fatto i compiti a casa”? I singoli governi non hanno fatto abbastanza, oppure l’Unione Europea?

R. - Io credo che sia soprattutto l’Unione a non aver fatto abbastanza, nel senso che le misure di austerità sono necessarie soprattutto in Paesi come il nostro, come la Spagna, ma le misure di austerità vanno accompagnate - andavano accompagnate - dalla creazione di liquidità: il famoso “Firewall”, il fondo salva-Stati. Andava dotato di risorse potenti e poi andavano varate misure per la crescita, perché senza crescita non ci sarà aggiustamento fiscale. Ecco, su questi due fronti, abbiamo avuto una non decisione. L’ultima posizione sul Fondo salva-Stati ha lasciato in sostanza le cose come stavano e sulla crescita assolutamente nessuna misura efficace. Quindi, soprattutto i Paesi dell’euro, l’insieme di questi Paesi, non hanno fatto il loro dovere.

D. - A proposito del Fondo salva-Stati: che vuol dire che “è stato lasciato così com’era”? Non è abbastanza la liquidità?

R. - No. Era stato detto dalla Commissione europea, dal Fondo monetario, dall’Ocse che questa dotazione di 500 miliardi è assolutamente insufficiente: è come avere un estintore che però sarebbe inadeguato in caso di incendio. L’avevano detto in tanti. L’Europa, e soprattutto la Germania, ha fatto orecchio da mercante, è andata avanti con questa decisione di confermare questa dotazione. Va rivista assolutamente. Io temo che la situazione peggiorerà e allora, sotto la spinta di questo peggioramento, è sperabile che finalmente si arrivi a decidere qualcosa su questi due fronti: la liquidità e le misure per la crescita. Senza queste politiche, Paesi come la Spagna e il nostro rischiano molto.

D. - Ma in tutto questo, c’è anche la speculazione di qualcuno?

R. - La speculazione certo che c’è. Nel senso che interviene, ma in questo caso è facile speculare, perché si specula sull’assenza di misure, sull’incapacità e sull’inadeguatezza degli interventi degli Stati, dei governi europei. È la politica che sta mancando all’appuntamento e che quindi rende facile il compito della speculazione. La speculazione si combatte, si può combattere, se si mettono in campo da un lato le risorse per la liquidità adeguate e, dall’altro, misure incisive per la crescita. Allora, a questo punto, è facile poterla contrastare. Ma se si fa di tutto per rimandare ancora una volta questi provvedimenti, purtroppo la speculazione fa il suo mestiere che è quello, in qualche modo, di approfittare di queste inadeguatezze e soprattutto, di questi vuoti di politica.

D. - Quale potrebbe essere una misura concreta per la crescita?

R. - Un esempio concreto sarebbe quello di varare investimenti a livello europeo, nelle famose aree che sono quelle delle reti infrastrutturali, quelle della ricerca e sviluppo per l’innovazione, quelle delle energie rinnovabili. Ci sono progetti che la Banca europea può legittimare e vidimare. Si possono finanziare con cosiddetti “project bond”, obbligazioni europee di cui il mercato ha fame. Bene, tutto questo è stato fatto in una misura risibile, mentre invece potrebbe essere fatto anzitutto su una scala importante. (bi)







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