Egitto: s'infiamma la lotta su Costituente e candidature presidenziali
In Egitto, la Corte amministrativa del Cairo ha sospeso l'Assemblea costituente dominata
dai Fratelli musulmani, in seguito alle proteste di esponenti laici e liberali che
avevano denunciato la scarsa rappresentatività dell'organismo. Intanto, s'infiamma
la corsa alle presidenziali, i cui due turni si terranno tra maggio e giugno. Il parlamento
ha dato il primo stop alla candadidatura di uomini legati al vecchio regime. A decidere
di scendere in campo, infatti, anche Omar Suleiman, già capo dei servizi segreti e
vicepresidente durante l'epoca di Mubarak. Ad analizzare i possibili motivi di questa
decisione, nel’intervista di Davide Maggiore, è Sameh Fawzy, cristiano
copto, direttore del Forum per il dialogo ‘Bibliotheca Alexandrina’:
R. – I think
that this is one of the struggles and the conflicts between the Muslim … Credo
che questo sia uno degli aspetti del conflitto tra i Fratelli musulmani e il Supremo
Consiglio Militare in Egitto. Quando i Fratelli musulmani hanno presentato il nome
del loro candidato – Khairat el Shater - sembra ci sia stata una decisione ad alto
livello per spingere Omar Suleiman a candidarsi alle presidenziali. Omar Suleiman
ha trascorsi militari ed ha lavorato nell’apparato statale egiziano per oltre 20 anni.
Possiamo guardare all’intera questione da questa prospettiva: Suleiman è parte dell’establishment
egiziano che vuole riprodurre il vecchio regime non proprio così com’era ma, sia pure
con struttura e forma diversa, sostenendo i medesimi interessi socio-economici e politici:
l’apparato dello Stato, gli interessi del regime di Mubarak, gli interessi di alcuni
gruppi, in Egitto, che sono in disaccordo con quello che è accaduto durante la rivoluzione.
D.
– I Fratelli musulmani, che in passato hanno negato di voler presentare candidati
alla presidenza, hanno cambiato idea: perché? Lei pensa che possano ripetere il successo
ottenuto nel voto parlamentare?
R. – Muslim Brotherhood mentioned too many
things, but they changed their … I Fratelli musulmani hanno detto tante cose, ma
hanno cambiato idea: durante le elezioni parlamentari hanno detto che avrebbero partecipato
per il 30 per cento dei seggi, mentre invece hanno corso per tutti i seggi. All’inizio
dissero che non avrebbero partecipato alle elezioni presidenziali, e invece poi hanno
nominato un candidato, e poi un altro candidato qualora il primo si fosse trovato
ad affrontare problemi legali; in realtà desiderano molto ottenere la presidenza.
Hanno detto questo perché non possono spodestare l’attuale governo mentre sono convinti
del fatto che il potere del Parlamento sia inefficiente; per questo hanno deciso di
correre per le presidenziali, per potere gestire tutto il ramo esecutivo del governo.
Credo che sia una questione di lotta per il potere tra forze diverse che vorrebbero
forgiare il futuro dell’Egitto.
D. – Pensa che il candidato presidenziale dei
Fratelli musulmani possa avere successo?
R. – He is a competitor and has a
chance, definitely; he has popularity, but the … E’ in corsa e, in definitiva,
ha delle possibilità; è anche popolare, ma queste elezioni presidenziali non sono
poi così facili. Credo che sarà una competizione molto forte tra il generale Omar
Suleiman e il rappresentante, o il candidato, dei fratelli musulmani.
D. –
Quindi, lei non vede possibilità per Amr Moussa, già segretario della Lega Araba che,
secondo i sondaggi, era il candidato favorito?
R. – His chances became, in
my point of view, limited, after the decision of … Dal mio punto di vista, le sue
chances si sono ridotte da quando Omar Suleiman ha deciso di partecipare alla campagna
elettorale per le presidenza.
D. – Quindi, lei pensa che alle elezioni presidenziali,
come già era avvenuto alle elezioni parlamentari, gli argomenti del movimento giovanile
e della società civile non saranno rappresentati?
R. – I don’t think so. They
won’t be represented. Candidates from leftist wing … Non credo: non credo che saranno
rappresentati. I candidati di sinistra, della società civile, come Khaled Ali ed altri,
in realtà in questo momento non sono concorrenti forti, in queste elezioni…
D.
– Secondo lei, i risultati di queste elezioni possono avere un impatto significativo
sulla situazione attuale dei cristiani copti?
R. – Definitely, if the candidate
of the Muslim Brotherhood wins, some challenges … In realtà, se dovesse vincere
il candidate dei Fratelli musulmani, potrebbe sorgere qualche problema perché loro
vogliono stabilire nuovi rapporti tra Fratelli musulmani e copti; ma, non penso che
alla fine sarà così: secondo alcune fonti all’interno della Chiesa, è stato deciso
di non appoggiare nessun candidato: i copti sono liberi di scegliere chiunque vogliano:
sono liberi cittadini, possono scegliere la persona il cui programma essi pensano
possa rispondere alle loro esigenze e alle loro aspirazioni. Gli islamisti, se vincono
la presidenza, sicuramente porteranno delle sfide: ma noi possiamo superare qualsiasi
sfida ci si ponga, in questo senso.(gf)