Usa: in Alaska bocciato il referendum sui diritti dei gay. Soddisfazione della Chiesa
I cittadini di Anchorage, in Alaska, hanno bocciato un referendum proposto da alcune
associazioni per i diritti degli omosessuali che volevano inserire gli “orientamenti
sessuali” e “l’identità transgender” nella lista dei diritti protetti dal codice cittadino.
Contro la “Proposition 5” hanno votato quasi il 60% degli elettori. Soddisfazione
per l’esito della consultazione è stata espressa dall’arcivescovo della città mons.
Roger Schwietz che, insieme ad altre Chiese e organizzazioni religiose, aveva contestato
la proposta in quanto lesiva delle credenze religiose sull’omosessualità. Il presule
– riferisce l’agenzia Cns - ha peraltro ribadito la sua ferma condanna di ogni ingiusta
discriminazione contro determinate categorie o gruppi di persone: “Prego perché Anchorage
possa essere una città ancora più tollerante verso tutti i suoi cittadini” ha detto.
“Alla base dei nostri rapporti sociali deve restare il rispetto profondo per la dignità
di ogni persona umana, una dignità che non discende dallo Stato, ma dal nostro Creatore”,
ha aggiunto mons. Schwietz, citando il Catechismo della Chiesa cattolica, secondo
il quale le persone con tendenze omosessuali “devono essere accolte con rispetto,
compassione, delicatezza (CC n. 2358). Contro la “Proposition 5” si erano mobilitati
diversi esponenti religiosi della città per i quali il provvedimento rischiava di
costringere istituzioni confessionali ad offrire servizi contrari al loro credo. In
una lettera pubblicata in vista del referendum del 3 aprile, mons. Schwietz aveva
osservato, tra l’altro, che esiste una “fondamentale differenza tra una discriminazione
ingiusta, che è una violazione arbitraria dei diritti umani, e le legittime limitazioni
all’esercizio dei nostri diritti quando servono a tutelare i diritti altrui e il bene
comune”. (A cura di Lisa Zengarini)