Locride. Il vescovo Fiorini Morosini denuncia: Calabria abbandonata, serve sviluppo
Le continue intimidazioni ricevute – che hanno indotto il sindaco della città calabrese
di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, a rimettere il proprio mandato – stanno creando
grande tensione a livello istituzionale. I sindaci della Locride hanno annunciato
un vertice per domani e minacciano dimissioni di massa in segno di protesta per la
scarsa attenzione dello Stato verso l’area dalla loro amministrata. Federico Piana
ha parlato della vicenda con il vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini:
R. – La situazione
qui, da questo punto di vista è tragica. Io sento i sindaci che mi dicono: ma chi
me lo fa fare? Mi dedico alla mia professione, mi dedico alla mia famiglia… Qui veramente
si rischia che agli appuntamenti elettorali manchino persone disponibili a candidarsi.
Se il cittadino onesto, che va lì veramente per giocarsela tutta, deve correre questi
rischi, davvero chi glielo fa fare? L’eroismo non si può imporre a tutti.
D.
- Lei ha inviato anche una lettera al premier Monti. Che cosa ha scritto?
R.
– Che devono guardare la Locride con occhi diversi perché manca una politica di sviluppo
per la Locride, come forse per tutta la Calabria. Qui c’è il gioco delle parti tra
Stato, Regione e comuni: a chi dobbiamo rivolgerci? C’è un’autostrada sulla fascia
tirrenica ma noi della Locride dobbiamo servirci di una strada principale, la famosa
106 Ionica, che da Taranto va a Reggio Calabria, che da oltre vent’anni aspetta di
essere ammodernata. Hanno soppresso tutti i treni a lunga percorrenza. Le strade interne
dei piccoli centri sono un disastro, sono strade da Terzo mondo, hanno solo l’idea
delle strade… Come si può dire alla gente: abbiate speranza? Spesso accusano la Chiesa
di non parlare a favore della legalità: io ho concluso la lettera al presidente Monti
scrivendo che non è difficile per un vescovo a Locri parlare chiaramente sulla legalità,
è difficile dare speranza, questo è il dramma. Venerdì Santo, per l’ennesima volta,
ho gridato in piazza che non possono convivere criminalità e religione. Ma io non
posso dire a nessuno: abbiate fiducia, abbiate speranza, perché ingannerei la gente.
Noi stiamo perdendo tutti i giovani laureati, tutti stanno emigrando, è un disastro.
O aprono gli occhi per una politica reale di sviluppo oppure è inutile che mandano
forze dell’ordine.
D. – Eppure, lo Stato sta facendo molto con le azioni repressive
decapitando proprio le ‘ndrine, le cosiddette cosche dell’ndrangheta…
R. –
Sì, ne prendono dieci ma ne spuntano venti, si devono convincere di questo. Non credete
quando dicono che hanno "decapitato", perché qui non c’è nessuna decapitazione. Quando
ne prendono uno, spuntano altri dieci capi e questo lo sanno benissimo tutti. Manca
una politica di sviluppo. Siamo noi incapaci di progettare? Non lo so, però si metta
chi deve intorno a un tavolo e si faccia questa politica di sviluppo, di lavoro, perché
altrimenti la vita qui è impossibile. Per ritornare al tema dei sindaci: che cosa
devono amministrare? Sono tutti indebitati, fin sopra i capelli. Qui a Locri rischiamo
che ci chiudano l’acqua, perché il Comune si trova in arretrato nei pagamenti all’azienda
fornitrice. Ecco a che punto siamo arrivati. I Comuni che devono amministrare? Fame,
miseria, debiti, questa è la realtà. (bf)