2012-04-09 11:28:42

Per il coltan, materiale prezioso in tecnologia, si combatte in Congo


Nella Repubblica Democratica del Congo la tensione è sempre alta, con numerose fazioni in lotta tra loro. Fra le ragioni più importanti c’è il controllo del territorio, che permette di sfruttare l’estrazione del coltan. Il servizio di Massimo Pittarello:RealAudioMP3

Il coltan è uno sconosciuto e diffusissimo materiale che negli ultimi anni ha decuplicato il suo valore. Motivo? Dal coltan si estrae il tantalio, metallo raro usato sia per l’industria aeronautica, per quella nucleare, ma anche per ogni cellulare, ogni videocamera, ogni computer, ogni apparecchiatura elettronica. L'80 per cento delle riserve di coltan trova in Africa, e la maggior parte nella Repubblica Democratica del Congo. Abbiamo raggiunto padre Antonio Trettel, missionario saveriano che opera nella regione del Sud Kivu, la più ricca di coltan, ma anche la più sfruttata.

R. – Qui è la zona del coltan, che poi parte verso Kigali. Ma Kigali non ha alcuna miniera di coltan. Quindi c’è tutta una mafia di militari e di politici che stanno dissanguando il Congo, non solo per questo, ma questo adesso fa più gola al mondo e a tutte le industrie. L’aspetto politico è legato all’aspetto dello sfruttamento che è bestiale, in un contesto di ingiustizia spaventoso. Lo sfruttamento è proprio fisico. Prima c’erano piccoli cercatori di coltan ma dopo è stato fatto un decreto per cui solo le grandi compagnie avevano diritto a entrare e le grandi compagnie che adesso si servono ancora di questi ma trattandoli da bestie da soma. Adesso il problema politico oscura tutto.

D. - La realtà è che chi controlla il territorio può sfruttare la popolazione e rivendere le risorse, e con il ricavato poi acquistare ulteriormente armi, che gli garantiscono ulteriore potere, quindi è un circolo vizioso difficile da debellare…

R. – Il territorio qui, soprattutto a est, è incontrollato: non c’è il governo, ci sono i soldati, la polizia, ma a dominare dietro le quinte sono quelli che vengono dal Rwanda e siamo nel pieno far west.

D. – Spesso a finanziare questi gruppi sono le multinazionali che vengono a comprare materie prime nei territori africani… Negli Stati Uniti è in discussione la Legge Dodd-Franck, che prevede l’obbligo di informazione se i minerali provengono da zone di conflitto, se sono, appunto, “minerali insanguinati”, l’obbligo di informazione verso il compratore, il consumatore. Ritiene che questo possa essere in qualche modo d’aiuto?

R. – E’ meglio di niente ma le multinazionali non vengono a comprare il coltan direttamente qui, qualcuna sì perché ha avuto i permessi dal governo, ma di solito lo vanno a comprare a Kigali: là è già tutto "lavato". Infatti c’è questo traffico, tra corruzione, sfruttamento, tutto nella nebbia, e poi lì loro possono dire di averlo comprato legalmente. (bf)







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