Almeno 45 morti in attacchi nel centro e nel nord della Nigeria
In Nigeria non si ferma la nuova scia di attacchi condotti dagli integralisti islamici
del gruppo Boko Haram. Stamani sette persone, fra cui un politico locale e due civili,
sono morti in due distinti assalti armati a Diwka e a Potiskum nel nord del Paese.
Le nuove violenze arrivano all’indomani del sanguinoso attentato contro la Chiesa
cristiana di Kaduna costato la vita a 38 persone. Nel suo messaggio di ieri per la
Benedizione Urbi et Orbi, il Papa ha ricordato la Nigeria, pregando affinché
si riesca a costruire un futuro di pace e rispetto per la libertà religiosa. Roberta
Barbi ha raggiunto telefonicamente padre Patrick Alumuku, responsabile
per le Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Abuja:
R. – Mi hanno
raccontato che nel centro di Kaduna c’era una bomba in mezzo alla strada. Sono morte
diverse persone. Però più di questo non so al momento, non ci sono molte notizie.
D. - Kaduna, da anni teatro di scontri sanguinosi, è una città divisa a metà:
a nord i musulmani a sud i cristiani. Gli attentati, qui, sono praticamente all’ordine
del giorno…
R. – Sì, infatti, ieri pomeriggio abbiamo saputo che o a Kaduna
o a Kano i terroristi avevano messo una bomba. Ci sono tanti poliziotti in tutte le
chiese e si vede che non hanno avuto la possibilità di attaccare una chiesa e hanno
messo la bomba in strada.
D. - Come stanno vivendo i fedeli questa giornata:
la gente ha paura?
R. - Sì, c’è un’atmosfera di incertezza, non dico di paura,
perché non si sapeva dove volevano mettere le bombe, dove volevano attaccare… Ad Abuja
e in tante altre città del Paese c’erano i poliziotti quasi ovunque a protezione delle
chiese, per dare sicurezza alle chiese.
D. - Oggi, il Papa nella benedizione
Urbi et Orbi ha ricordato la Nigeria e ha espresso l’auspicio che il Paese ritrovi
la pace e il rispetto per la libertà religiosa. Qual è il suo augurio per questa terra
martoriata dalle violenze nel giorno della Resurrezione di Cristo?
R. – La
speranza di tutti i cristiani in questo Paese, e di tutti i nigeriani che vogliono
la pace, è che non ci sia più violenza. Una violenza che viene da un gruppo piccolo,
che crea tensione in tutto il Paese. Speriamo e ci auguriamo che nello spirito della
celebrazione della Pasqua ci sia la pace e ci sia un senso di convivenza nella nostra
patria.