Allarme Unicef: in Grecia oltre 400mila bambini sotto la soglia di povertà
Oltre 430mila bambini greci vivono sotto la soglia di povertà - malnutriti e in condizioni
malsane - in famiglie che rappresentano il 20,1% del totale dei nuclei famigliari
ellenici. Lo rivela il rapporto sulla condizione dell’infanzia del Comitato Greco
dell’UNICEF presentato nei giorni scorsi ad Atene. Il Paese si appresta dunque a vivere
la Pasqua ortodossa nel segno della sobrietà e guarda alle elezioni di politiche di
maggio con un crescente scetticismo, come conferma al microfono di Marco Guerra
il giornalista greco Nicola Nellas:
R. - La Pasqua
non è sentita come gli altri anni, c’è poco ottimismo ci sono tanti problemi nella
società, gli stipendi sono stati abbassati… Ultimamente c’è stato un incidente nella
piazza centrale di Atene: un settantenne si è suicidato, una cosa orrenda. Tutto questo
crea problemi innanzitutto dal punto di vista sociale.
D. - L’identità religiosa
della Grecia può giocare un ruolo positivo in questa crisi?
R. - Ultimamente
sia la Chiesa sia i fedeli si sono avvicinati ai valori cristiani e famigliari. Ci
sono famiglie che si riuniscono quasi tutti i giorni e si aiutano gli uni con gli
altri o chi ha magari qualcosa in più va in Chiesa e offre nelle mense quello che
può dare. Il sinodo della Chiesa ortodossa ha stipulato accordi con grandi catene
di supermercati e ogni giorno raccolgono cibo per chi non ne ha. Da questo punto di
vista possiamo dire che le cose vanno meglio.
D. - L’ultimo allarme arriva
dal comitato greco dell’Unicef che parla di oltre 400 mila bambini sotto la soglia
di povertà…
R. - L’ottanta per cento di queste storie sono piuttosto bambini
che vengono dal Pakistan, dall’India, si tratta di extracomunitari che non hanno possibilità
di essere aiutati. Lo stile di vita è cambiato in Grecia perché hanno abbassato molto
gli stipendi e lo stipendio base è intorno ai 450 euro. Uno che spende quasi trecento
euro per l’affitto, come fa a vivere? Tanti negozi sono chiusi perché non hanno più
clientela come anche tanti ristoranti perché la gente se vuole uscire lo fa una volta
al mese, massimo due, e va in posti che costano molto meno. Si riflette moltissimo
prima di spendere.
D. - Molto probabilmente si voterà a maggio, anche se la
data precisa verrà annunciata la settimana prossima. Il nuovo governo potrà fare veramente
qualcosa per rilanciare l’economia greca?
R. - Credo che avrà le mani legate
perché nell’ultimo accordo col Fondo monetario internazionale e l’Ue sia il partito
socialista che il partito della destra, che probabilmente vincerà le elezioni, hanno
firmato questo accordo. Probabilmente cercherà di cambiare il modo di attuazione dei
tagli cercando di non tagliare ai più poveri ma ai più ricchi. La gente non sa cosa
votare, sa che se voti uno o voti l’altro, quello che doveva succedere succederà,
perché l’accordo è stato già firmato prima delle elezioni. (bf)