Nigeria. Attentato a Kaduna nei pressi di una chiesa, alcune fonti parlano di 38
morti
Pasqua di sangue in Nigeria, colpita da un nuovo attentato a Kaduna, nel nord del
Paese. Poche le informazioni disponibili: a esplodere probabilmente due autobombe
parcheggiate nei pressi di una chiesa. Il bilancio delle vittime sarebbe è di 38 morti
e una ventina di feriti. Anche nel giorno di Natale 2011, il Paese era stato sconvolto
da una serie di attentati contro chiese cristiane, rivendicati dagli estremisti di
Boko Haram. Nel suo messaggio per la Benedizione Urbi et Orbi, anche il Papa
ha ricordato oggi la Nigeria, pregando affinché questa riesca a costruire un futuro
di pace e rispetto per la libertà religiosa. Per un aggiornamento a caldo sulla situazione,
Roberta Barbi ha raggiunto telefonicamente padre Patrick Alumuku, responsabile
per le Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Abuja:
R. – Mi hanno
raccontato che nel centro di Kaduna c’era una bomba in mezzo alla strada. Sono morte
diverse persone. Però più di questo non so al momento, non ci sono molte notizie.
D. - Kaduna, da anni teatro di scontri sanguinosi, è una città divisa a metà:
a nord i musulmani a sud i cristiani. Gli attentati, qui, sono praticamente all’ordine
del giorno…
R. – Sì, infatti, ieri pomeriggio abbiamo saputo che o a Kaduna
o a Kano i terroristi avevano messo una bomba. Ci sono tanti poliziotti in tutte le
chiese e si vede che non hanno avuto la possibilità di attaccare una chiesa e hanno
messo la bomba in strada.
D. - Come stanno vivendo i fedeli questa giornata:
la gente ha paura?
R. - Sì, c’è un’atmosfera di incertezza, non dico di paura,
perché non si sapeva dove volevano mettere le bombe, dove volevano attaccare… Ad Abuja
e in tante altre città del Paese c’erano i poliziotti quasi ovunque a protezione delle
chiese, per dare sicurezza alle chiese.
D. - Oggi, il Papa nella benedizione
Urbi et Orbi ha ricordato la Nigeria e ha espresso l’auspicio che il Paese ritrovi
la pace e il rispetto per la libertà religiosa. Qual è il suo augurio per questa terra
martoriata dalle violenze nel giorno della Resurrezione di Cristo?
R. – La
speranza di tutti i cristiani in questo Paese, e di tutti i nigeriani che vogliono
la pace, è che non ci sia più violenza. Una violenza che viene da un gruppo piccolo,
che crea tensione in tutto il Paese. Speriamo e ci auguriamo che nello spirito della
celebrazione della Pasqua ci sia la pace e ci sia un senso di convivenza nella nostra
patria.