La Pasqua nelle Filippine nel ricordo di padre Tentorio, ucciso nell’ottobre scorso
La Pasqua nel mondo: quella nelle Filippine è segnata quest’anno dalla morte di padre
Fausto Tentorio, ucciso nella sua parrocchia di Arakan, nell’isola di Mindanao, nell’ottobre
scorso. Una ferita che resta aperta per tutta la comunità cristiana, che aspetta giustizia,
dopo l’arresto di uno solo dei cinque sospettati dell’omicidio, Jimmi Ato, che tra
l’altro si dichiara innocente. Dunque, come viene vissuta questa Pasqua? Roberta
Gisotti ha intervistato padre Giovanni Re, superiore dei missionari del
Pime nelle Filippine:
R. – Tensioni
ce ne sono sempre. Dipende dalle zone del Paese. Però, questa Pasqua è stata vissuta
intensamente soprattutto dai cattolici, con le chiese strapiene di persone che hanno
voluto celebrare questo momento particolare dell’anno.
D. – Padre Re, a che
punto sono le indagini per assicurare alla giustizia gli assassini di padre Tentorio?
Sappiamo che finora solamente uno dei presunti omicidi è stato arrestato…
R.
– Siamo ancora allo stesso punto. Si continua ancora a cercare possibili testimoni,
soprattutto testimoni credibili, e poi si cerca di trovare quegli elementi che possano
portare a istruire il caso. Però, a tutt’oggi siamo più o meno allo stato di sette
mesi fa.
D. – Questo, perché non c’è abbastanza impegno da parte delle autorità?
R.
– Non so se è perché non c’è abbastanza impegno, oppure se nel frattempo sono subentrate
altre problematiche che hanno distolto un po’ l’attenzione dal caso di padre Fausto,
o semplicemente perché è veramente difficile trovare dei testimoni, e quindi è difficile
portare il caso in Corte.
D. – Quindi, c’è timore tra la popolazione, come
può accadere anche in Italia, in alcune zone dove c’è criminalità organizzata?
R.
– Sì, da quello che si capisce, c’è qualcuno che ha un po’ paura a dire quello che
eventualmente può aver visto o sentito; ma può anche essere che veramente, quando
padre Fausto è stato ucciso, praticamente non ci fosse nessuno. Appunto, tutto è ancora
aperto, e vediamo …
D. – La memoria di padre Tentorio è viva nella comunità?
R.
– Sì, certo nella comunità di Arakan e anche nella comunità di Quilapayun è ancora
viva, tanto è vero che mi hanno detto che durante la Messa crismale il vescovo di
Quilapayun ha consegnato un certificato di apprezzamento per ricordare padre Fausto,
per il lavoro che ha svolto e per gli anni che ha speso a favore delle comunità indigene
di Rajambal, dove lui ha lavorato.
D. – Padre Re, c’è un augurio particolare
per questa Pasqua?
R. – Quello che veramente questa Pasqua possa diventare
vera conversione e vero cambiamento per tutti, cioè in pratica cercare in pieno la
resurrezione. (gf)