"La
pietra sul sepolcro di Cristo è il simbolo della crisi che afflige oggi l'uomo, con
il senso di impotenza che ci mette nel cuore. Pasqua vuol dire guardare oltre!".
E' la riflessione pasquale di monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano
e presidente della Commissione Lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale
italiana. "La paura delle donne che vanno al sepolcro, la loro trepidazione,
è la nostra stessa paura di fronte alla crisi. Ma, allo stesso tempo, noi come loro,
possiamo scoprire che Dio ci ha già preceduto, ha già sciolto il nostro nodo e ha
aperto la fatica che abbiamo nel cuore verso orizzonti inediti e inattesi". "Tre
sono le cose più importanti" spiega il vescovo. "Innanzitutto è necessario che la
Chiesa, e quindi anche il mondo degli adulti, ascoltino molto le attese e le ansie
che sono nel cuore dei nostri giovani e della gente che piange e che vive drammaticamente
questa realtà". "Poi è necessario stare molto uniti tra di noi, cioè trovare insieme
le risposte, perché è grazie all’intreccio forte e ferreo delle azioni che le nostre
prospettive possono essere più forti". "Infine bisogna coltivare una speranza frutto
di una fede grande. Mi ha sempre sostenuto, e nel tempo pasquale in modo più bello
e forte, la frase che Paolo scrive nella Lettera ai Romani (4, 18) ‘contra spem, in
spem credidit’. Ecco, Abramo può essere il simbolo per noi di questa notte buia. Sembra
impossibile ma Dio è capace di restituirci una speranza più grande, lo abbiamo visto
in mille segni anche in questi giorni". Ma come guardare oggi anche alla politica
in una prospettiva di resurrezione? "Mai come oggi le lacrime, anche di esponenti
politici di grido un tempo, indicano che non dobbiamo mollare sull’importanza dei
partiti, ma purificarli" commenta mons. Bregantini. "E anche gli eventi tristi, tristissimi,
di questi giorni, la corruzione che purtroppo si insinua nella dinamica familistica,
che prende non solo il Sud ma anche il Nord, colpisce chi crede di esserne esente,
in realtà queste esperienze ci dicono che dobbiamo ancor di più rendere limpidi i
meccanismi di aiuto e di sostegno dei partiti ma soprattutto ridare loro la motivazione.
Bisogna fare in modo che i partiti si sentano impregnati dei problemi della gente.
I partiti debbono stare vicini ai problemi della gente perché i problemi purificano
i partiti e i partiti possono aiutare a sciogliere i problemi della gente". "Anche
se sembra che per molti l’aspetto etico in politica non sia più ritenuto necessario
dopo se ne pagano le amare conseguenze" conclude il presule. "Anche gli ultimi fatti
sono la comprova che guai se manca l’attenzione etica, a tutti i livelli, nessuno
può presumere di potere essere esentato da questo impegno". (intervista a cura
di Fabio Colagrande)