Nella regione del Sahel i primi interventi umanitari contro la carestia
In risposta alla crisi umanitaria che sta affliggendo le popolazioni del Sahel, in
particolare quelle di Mali, Burkina Faso e Niger, l’Associazione internazionale volontari
laici (Lvia) sta pianificando i primi interventi di aiuto. L’emergenza, che nell’intera
regione sta mettendo a rischio più di 13 milioni di persone, è doppia: da un lato
c’è la carestia, dall’altro l’enorme movimento di sfollati in fuga dagli scontri del
nord del Mali, destinato ad aumentare. “Le popolazioni pastorali si stanno spostando
in massa verso il Niger e il Burkina Faso, in zone dove ci sono ancora disponibilità
di acqua e foraggio per poter mantenere in vita i propri animali”, spiega Ousmane
Ag Hamatou, coordinatore Lvia in Mali che opera da trent’anni nelle aree a nord del
Paese. “Queste migrazioni, però, hanno un forte impatto sulle scarse risorse disponibili”.
Inoltre, la situazione “sta peggiorando ulteriormente per le condizioni di insicurezza
legate agli scontri armati”. L’intervento da parte dell’Associazione sarà realizzato
in tre aree del Burkina Faso, tra cui quella di confine con il Mali, e consisterà
nella cura della malnutrizione infantile, nella fornitura di alimenti e ricostituzione
dello stock familiare di sementi, nella conservazione del capitale animale. “Questi
obiettivi - spiega il presidente della Lvia, Alessandro Bobba - potranno essere perseguiti
solamente con il fondamentale aiuto derivante dalle donazioni private che ci perverranno
nelle prossime settimane. Per questo, facciamo un appello a tutti affinché ci supportino
in questo momento tragico”. (G.M.)