Le famiglie contemplino Cristo crocifisso per avere la forza di superare le difficoltà:
così il Papa alla Via Crucis
Nella Via Crucis di Cristo c’è anche quella della famiglia di oggi, attaccata da crisi
economica e di valori, ma che contemplando Gesù crocifisso può trovare il coraggio
per andare avanti. E’ quanto ha detto ieri sera Benedetto XVI al termine della Via
Crucis al Colosseo dinanzi a 20 mila fedeli, centrando la sua riflessione sui problemi
degli sposi. E proprio la famiglia è stata protagonista delle meditazioni di quest’anno,
scritte da Danilo e Anna Maria Zanzucchi del Movimento dei Focolari. Il servizio di
Tiziana Campisi:
“Il cammino
di Gesù sulla via della Croce … sembrava senza uscita e … invece ha cambiato … la
storia dell’uomo” e oggi la Chiesa vede nella Croce del Figlio di Dio “l’albero della
vita, fecondo di una nuova speranza”. C’è lo squarcio aperto da Cristo nel buio del
dolore e delle difficoltà nel pensiero di Benedetto XVI, rivolto, soprattutto alle
famiglie di oggi, spesso dilaniate da “incomprensioni, divisioni, preoccupazione per
il futuro dei figli, malattie, disagi di vario genere”:
"In questo nostro
tempo, poi, la situazione di molte famiglie è aggravata dalla precarietà del lavoro
e dalle altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica. Il cammino della
Via Crucis … è un invito per tutti noi, e specialmente per le
famiglie, a contemplare Cristo crocifisso per avere la forza di andare oltre le difficoltà".
Nella
mite notte che al Colosseo ha fatto da sfondo al rito della Via Crucis, con la luna
a tratti velata da qualche nuvola, il Papa ha detto che “la Croce di Gesù è il segno
supremo dell’amore di Dio per ogni uomo” e per questo nella prova è possibile ripetere
“con ferma speranza, le parole di san Paolo: ‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo?
Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo,
la spada? … Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che
ci ha amati’”:
“Nelle afflizioni e nelle difficoltà non siamo soli; la famiglia
non è sola: Gesù è presente con il suo amore, la sostiene con la sua grazia e le dona
l’energia per andare avanti. Ed è a questo amore di Cristo che dobbiamo rivolgerci
quando gli sbandamenti umani e le difficoltà rischiano di ferire l’unità della nostra
vita e della famiglia. Il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo incoraggia
a camminare con speranza”.
E’ stata questa la risposta di Benedetto XVI
agli interrogativi scaturiti nel cuore dei fedeli che nella Via Crucis hanno meditato
anche i problemi della famiglia, immaginata a percorrere lo stesso cammino di Gesù.
Sicché, guardare il Cristo incamminarsi verso il Calvario, tradito e condannato a
morte, è come vivere con lui “il momento in cui crolla l’amore” e nel cuore si avvertono
“le ferite della fiducia tradita, della confidenza smarrita, della sicurezza svanita”.
E ad ogni stazione, nel dolore di Cristo, si può scorgere quello che vivono i coniugi
nel matrimonio, fatto di delusioni, colpe, infedeltà, abbandoni, separazioni, divorzi,
con la tentazione “di non creder che l’amore di Dio può tutto”. Amore verso l’altro
e perdono dovrebbero invece prevalere, con un'apertura anche al prossimo, al di fuori
della famiglia, con lo sguardo rivolto al mondo:
(lettore) “Viviamo spesso
anestetizzati dal benessere, senza impegnarci con tutte le forze a rialzarci e a rialzare
l’umanità. Ma possiamo rialzarci, perché Gesù ha trovato la forza di rialzarsi e riprendere
il cammino. Anche le nostre famiglie sono parte di questo tessuto sfibrato, si ritrovano
legate a una vita di benessere che diventa lo scopo stesso della vita. I nostri figli
crescono: cerchiamo di abituarli alla sobrietà, al sacrificio, alla rinuncia. Cerchiamo
di dar loro una vita sociale appagante negli ambienti sportivi, associativi e ricreativi,
ma senza che queste attività siano solo un modo per riempire la giornata e avere tutto
quello che si desidera”.
(lettrice) X stazione: “Gesù è spogliato
delle vesti”.
Il ricordo di Cristo in questa immagine è stato lo spunto
per meditare sull’indifferenza, il disprezzo e la noncuranza, oggi, per la dignità
della persona umana, causati da ingordigia, cupidigia e interesse privato, da qui
la riflessione:
(lettrice) “Quante persone hanno sofferto e soffrono
per questa mancanza di rispetto per la persona umana, per la propria intimità. A volte
anche noi, forse, non abbiamo il rispetto dovuto alla dignità personale di chi ci
sta accanto, “possedendo” chi ci sta vicino, figlio o marito o moglie o parente, conoscente
o sconosciuto. In nome della nostra presunta libertà feriamo quella degli altri: quanta
noncuranza, quanta trascuratezza nei comportamenti e nel modo di presentarci l’uno
all’altro!”.
Di fronte a questi peccati è ancora Gesù ad offrire una lezione:
esponendosi, spogliato di tutto, agli occhi del mondo, “ci richiama la grandezza della
persona umana, la dignità che Dio ha dato a ogni uomo, a ogni donna e che niente e
nessuno dovrebbe violare, perché sono plasmati ad immagine di Dio”. Da qui il compito,
che spetta a tutti, “di promuovere il rispetto della persona umana e del suo corpo”.
Il
grande insegnamento da trarre dal cammino di Cristo verso la Croce è che solo guardando
a lui è possibile affrontare tragedie, sofferenze, umiliazioni, oltraggi, morte:
“Quando
siamo nella prova, quando le nostre famiglie si trovano ad affrontare il dolore, la
tribolazione, guardiamo alla Croce di Cristo: lì troviamo il coraggio per continuare
a camminare”.
“La stagione del dolore e della prova, se vissuta con Cristo,
con fede in Lui - ha concluso Benedetto XVI - racchiude già la luce della risurrezione,
la vita nuova del mondo risorto, la pasqua di ogni uomo che crede alla sua Parola”.