La Chiesa di Cuba felice dopo il primo Venerdì Santo festivo, così come chiesto dal
Papa
La Chiesa di Cuba ha vissuto ieri con gioia il frutto più immediato e diretto della
recente visita di Benedetto XVI nell’isola. Per la prima volta, migliaia di fedeli
hanno partecipato ai riti del Venerdì Santo in un giorno libero da obblighi lavorativi.
Un evento celebrato solennemente anzitutto dal cardinale di Cuba, Jaime Ortega, che
in diretta televisiva ha esortato di nuovo i connazionali al “perdono e alla riconciliazione”.
Luca Collodi ha chiesto a padre YosvanyCardajalSureda,
direttore del Centro culturale cristiano “Felix Varela” dell'Avana, di descrivere
i sentimenti dei cattolici cubani in questa storica giornata:
R. – Anzitutto,
con molta partecipazione da parte delle persone, della gente, della comunità cristiana,
che ha condiviso la celebrazione del Venerdì Santo avendo compreso bene la spiegazione
fatta la Chiesa: il Venerdì Santo adesso è un giorno non lavorativo. E non si tratta
di un giorno per riposarsi: non è un riposo per andare al mare, ma è un riposo per
il raccoglimento, per la preghiera e per la partecipazione al servizio religioso.
Ed è stato così. Poi, alle due del pomeriggio è stato trasmesso, in diretta sulla
televisione nazionale, il sermone delle sette parole di Cristo sulla croce. Il cardinale
Ortega, arcivescovo de L’Avana, ha fatto la predica del sermone accompagnato dalla
corale di Giovanni Paolo II, quella che aveva partecipato e cantato nella Messa papale
del 1998 e anche in quella di quest’anno, al cospetto di Benedetto XVI. È stato quindi
un giorno di preghiera e soprattutto si è cercato di centrare l’attenzione del popolo,
sulla Croce e nella Croce di Cristo.
D. – Cosa resta della recente visita di
Papa Benedetto a Cuba?
R. – Stiamo vedendo adesso il primo frutto di questa
visita: il Venerdì Santo che, appjnto, è stato dichiarato come giorno non lavorativo.
E abbiamo visto, a partire dalla Domenica delle Palme, una partecipazione molto forte
delle persone: in chiesa sono venuti in molti, tante famiglie, alle celebrazioni della
Settimana Santa. Quindi, in questo senso, è stata una benedizione. Molta partecipazione,
molta presenza nelle chiese.
D. – Come si annuncia la Pasqua a Cuba?
R.
– La Chiesa annuncia la Pasqua nel senso della gioia, perché Cristo ha una parola
sulla morte e questa parola distrugge il peccato e la morte stessa. Ci porta verso
la speranza di una vita migliore, e non soltanto per la nostra fede, che è la cosa
più importante della vita. È una Pasqua che porta molta speranza al popolo cubano.
Un popolo che vuole andare avanti, camminare verso un futuro di prosperità, di benedizione,
di unità della famiglia cubana. (bi)