Mali. L'Unione Africana respinge la dichiarazione d'indipendenza dei ribelli tuareg
nell'Azawad
Il Movimento nazionale di liberazione dell'Azawad, componente fondamentale della ribellione
tuareg nel Mali, ha proclamato oggi "l'indipendenza” della regione dell’Azawad, culla
della cultura Tuareg. Una mossa che giunge in un momento particolare, in cui si puntava
molto sul dialogo per far scendere la tensione. L'Unione Africana ha subito respinto
questa dichiarazione, così come la Francia. Ma un’indipendenza della parte settentrionale
del Mali cosa vuol dire in fatto di equilibri con i Paesi limitrofi? Salvatore
Sabatino ha intervistato Angelo Turco, africanista, docente di Geografica
umana presso l’Università Iulm di Milano:
R. - Vuol dire
sconvolgere tutti gli equilibri esistenti e quindi significa internazionalizzare la
crisi in modo molto deciso, come mostra - peraltro - il comportamento delle componenti
più estremiste della ribellione tuareg: vedi l’occupazione e il rapimento del console
algerino e dei suoi collaboratori a Gao. Quindi una prima, pesante, diretta implicazione
dell’Algeria.
D. - Anche perché il pericolo delle infiltrazioni di al Qaeda
tra le file del movimento tuareg resta comunque alto. Ricordiamo che hanno l’appoggio
delle milizie jihadiste di 'Ansar Eddine’...
R. Un dato della situazione reale,
di cui occorre tener conto. Possiamo dire che, fin da questo momento, qualunque cosa
succeda nella regione deve fare in conti con il terrorismo islamico e le frange estremiste
e jihadiste, nelle varie composizioni.
D. - Quanto ha influito la caduta di
Gheddafi su questa situazione, almeno dal punto di vista strategico e geopolitico
e quali sono state le responsabilità della Comunità internazionale?
R. - La
Comunità internazionale è stata la responsabile prima di quello che sta succedendo
in questo momento in Mali con l’attacco alla Libia e con il colpo portato al regime
di Gheddafi, che è condivisibile sotto molti aspetti, ma non lo è per quel fondamentale
aspetto di pianificazione strategica che imponeva alla Francia in primo luogo e alla
Comunità internazionale in modo più ampio di prevedere almeno alcuna delle conseguenze
che la caduta di quel regime tirannico avrebbe comportato. Ancora una volta la Comunità
internazionale ha agito con molta leggerezza e ha portato un colpo mortale a Gheddafi,
alterando un equilibrio e senza avere minimamente in testa che cosa sarebbe successo
dopo sullo scacchiere! (mg)