2012-04-06 12:26:42

Abruzzo, a tre anni dal sisma. Mons. Molinari: politica non all’altezza, ritrovare l'unità


Oltre 10mila persone hanno partecipato questa notte alla fiaccolata lungo le strade dell’Aquila per ricordare i 309 morti causati dal terremoto che il 6 aprile di tre anni fa devastò la città e altri 50 comuni abruzzesi. Un dramma tuttora aperto con migliaia di persone che non possono rientrare nelle proprie case, ma abitano nelle “new town” o in altre strutture. Il centro storico del capoluogo è tutto da ricostruire. Quali sono le speranze? Luca Collodi lo ha chiesto all’arcivescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari:RealAudioMP3

R. – Penso che l’unica speranza sia quella che vive ancora nel cuore dei cristiani, perché esternamente è cambiato poco, purtroppo. E’ cambiato poco: le nostre chiese del centro sono ancora devastate, anche i palazzi antichi, i monumenti antichi … Basta fare una visita nel centro storico, e ci si rende conto che è cambiato poco. Però – lo dico anche senza sfiducia, senza scoraggiamento - io spero sempre che, superando le lentezze della burocrazia, superando le divisioni politiche, si possa veramente arrivare a vedere una ricostruzione che incomincia, una città che rinasce.

D. – Che cosa non ha funzionato all’Aquila per la ricostruzione?

R. – E’ meglio non dare giudizi, tanto è sotto gli occhi di tutti. Gli aquilani lo sanno … Forse c’è mancata soprattutto, a noi aquilani, l’unità: l’unità nel popolo. Tra le istituzioni, tra la politica, tra le varie amministrazioni è mancata questa unità di tutti per raggiungere l’unico obiettivo: la ricostruzione.

D. – La politica che dovrebbe guardare al bene comune di tutti, in questo caso ha fallito?

R. – Sì. Comunque, non è stata all’altezza della situazione, non ha espresso tutto quello che di positivo avrebbe potuto esprimere. Questo sì!

D. – Ricorderà questo terzo anniversario: con quali parole parlerà al cuore e all’animo degli aquilani?

R. – Come tutti sanno, l’anniversario coincide proprio con il Venerdì Santo. All’Aquila c’è la tradizione di una bellissima processione del Cristo morto. In quell’occasione dirò qualcosa, ma qualcosa che sia un invito alla speranza, un invito a trovare proprio nella nostra fede cristiana la risorsa, il motivo per andare avanti, per non scoraggiarsi.

D. – Cristo è morto all’Aquila?

R. – Cristo è morto per tutti: è morto duemila anni fa, continua a morire ogni volta che gli uomini non lo accolgono, ogni volta che i cristiani tradiscono il suo messaggio. Però, Cristo è risorto e vivo e mi auguro che risorga anche per noi aquilani, concretamente, aiutandoci a ricostruire la nostra città, il nostro territorio, il nostro futuro. (gf)







All the contents on this site are copyrighted ©.