2012-04-05 14:08:23

Myanmar: mons. Bo chiede la fine delle sanzioni per aiutare le riforme


Il Myanmar ha una nuova credibilità a livello internazionale, frutto di cambiamenti importanti, soprattutto in materia di libertà di espressione: lo dice all'agenzia Misna mons. Charles Maung Bo, l’arcivescovo di Yangon, commentando l’annuncio di una parziale revoca delle sanzioni americane ed europee. “Le notizie arrivate ieri da Washington e Londra – sottolinea mons. Bo – sono la presa d’atto dei segnali positivi che si sono susseguiti negli ultimi mesi: le elezioni libere e corrette di domenica scorsa e, più in generale, una nuova libertà di espressione”. Secondo l’arcivescovo, dopo anni difficili gli abitanti dell’ex Birmania possono finalmente discutere dei grandi temi di attualità. Opportunità nuove, dice mons. Maung Bo, si sono aperte per il partito del premio Nobel Aung San Suu Kyi ma anche per la stampa e i mezzi di informazione nel loro complesso. Resta difficile, però, capire i tempi e gli approdi della transizione avviata dai generali golpisti con la nascita di un governo civile alla fine del 2010. “Il percorso è difficile – sostiene l’arcivescovo – e difficile da prevedere”. Incerte sono anche le conseguenze della revoca delle sanzioni americane ed europee. A Yangon molti si chiedono se porteranno a una riduzione dell’influenza esercitata tradizionalmente da Pechino. Secondo mons. Bo, il sostegno alla cancellazione delle misure restrittive ribadito oggi dalla Cina suggerisce che non ci saranno cambiamenti di rotta repentini. “Lo indica – dice l’arcivescovo – anche la prosecuzione del progetto della diga di Myitsone, osteggiato dalle popolazioni locali ma ritenuto strategico da Pechino”. A preoccupare, infine, sono i conflitti tra l’esercito e le formazioni ribelli legate alle minoranze etniche. “Nella regione settentrionale di Kachin – ricorda l’arcivescovo – domenica non si è potuto votare”. (R.P.)







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