2012-04-05 08:09:55

Ancora morti in Siria: il consiglio di sicurezza Onu discute un documento di appoggio al piano di Kofi Annan


Almeno 41 persone sono rimaste uccise ieri nelle violenze in Siria. 27 nella citta' e provincia di Homs. E, nell’ospedale della città ribelle dell’ovest, sono stati rinvenuti 75 cadaveri da giorni nelle celle frigorifere. Intanto il Consiglio di Sicurezza dell'Onu cerca di far pressione sul governo siriano. Il servizio di Fausta Speranza RealAudioMP3

Il governo fermi le armi subito o comunque non oltre il termine del 10 aprile e entro le 48 ore seguenti cessino le violenze da parte delle forze di opposizione. Il Consiglio di sicurezza prepara una dichiarazione per avviare i primi passi del piano di pace dell’inviato speciale di Onu e Lega Araba, Kofi Annan. Il documento, che dovrebbe essere approvato al Palazzo di Vetro entro oggi, esprime pieno sostegno al piano che prevede la fine alle violenze, l'accesso completo e senza ostacoli del personale umanitario nel Paese, e una transizione politica che conduca ad un regime democratico e pluralistico. Nella bozza si legge che i Quindici si impegnano come Nazioni Unite a monitorare il rispetto degli impegni assunti da Damasco e si riservano possibili “ulteriori misure”. Resta da dire che Mosca, che finora si è opposta alle prese di posizione del Consiglio di sicurezza, fa sapere che il ministro degli Esteri siriano sara' in visita a Mosca il 10 aprile.
Intanto c’è da registrare l’appello per una Pasqua senza violenza lanciato dal vicario apostolico di Aleppo dei Latini, mons. Giuseppe Nazzaro. Sentiamolo al microfono di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

R. – Questa occasione di Pasqua - anche se loro non la festeggiano - è sempre una giornata di pace, di speranza, di amore: che accolgano questo momento che i loro fratelli cristiani festeggiano affinché trovino un accordo per poter ridare al Paese la pace e la stabilità; che queste situazioni incresciose di attacco dell’uno contro l’altro con le armi in mano vengano messe da parte; che mettano da parte le armi perché con le armi, con la guerra, è tutto perduto. Lo diceva già Giovanni Paolo II: “Con la guerra non guadagniamo nulla. Perdiamo soltanto.” L’uomo perde la sua pace, perde la sua tranquillità ma soprattutto, perde la sua dignità e noi dobbiamo oggi riacquistare la dignità dell’uomo per ridare ai siriani la loro dignità di uomini e di figli di Dio.

D. - Come vivranno i cristiani siriani la Pasqua 2012?
R. - È chiaro che la situazione non sia delle migliori; però noi per quanto riguarda la vita cristiana, assicuriamo lo svolgimento delle cerimonie religiose. Lo abbiamo già fatto domenica scorsa – Domenica delle Palme - quando abbiamo festeggiato in chiesa con la massima solennità. Ieri, per esempio, qui nella nostra cattedrale, abbiamo anticipato la cerimonia per la Messa Crismale per permettere a tutti i parroci del rito latino della Siria di partecipare e poi tornare alla rispettive parrocchie. Quindi è una Pasqua di gioia, come tutti gli altri anni, forse in un tono un po’ minore, un po’ velato, però noi sentiamo la gioia interiore che esiste in ciascuno di noi e che vogliamo trasmetterla agli altri. (bi)







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