Violenze in Nigeria. Il cardinale Tauran: i nigeriani vogliono vivere insieme
Il cardinale Jean-Louis Tauran è rientrato a Roma dalla Nigeria, dove ha compiuto
un viaggio all’insegna del dialogo interreligioso. Il presidente del dicastero vaticano,
che si occupa di promuovere l’amicizia tra le varie confessioni, ha incontrato numerose
personalità politiche e religiose in un momento difficile, caratterizzato da violenze
interetniche che oppongono gruppi cristiani e musulmani. Olivier Bonnel ha
chiesto al cardinale Tauran di parlarci dei suoi incontri in Nigeria:
R. – Je ne m’attendais
pas d’abord à trouver une Eglise aussi vivante, et parce-que … Intanto, non mi
aspettavo di trovare una Chiesa così viva, anche perché leggendo la stampa occidentale
mi aspettavo di trovare una società con forti divergenze a tutti i livelli, mentre
ho visto rapporti di amicizia profonda e sincera tra i capi religiosi cattolici e
quelli musulmani. Sul posto, poi, le persone che ho incontrato e le comunità che ho
visitato mi sono apparse serene, seppur consapevoli dei pericoli che sono in agguato
nonché del fatto che il dialogo avviene sempre ai vertici ma si è ancora lontani dal
dialogo con la base. Direi che quello che conta è la volontà di non accettare che
la violenza prenda il sopravvento su tutto quello che di positivo si compie nella
vita quotidiana: quello che mi ha colpito, in questi giorni, è stato constatare che
i nigeriani – tutti! – vogliono vivere insieme. E questo è fondamentale. E’ evidente
che ci sono alcuni gruppi musulmani che non condividono questo desiderio, come ci
sono anche alcuni cattolici che non sono d’accordo. Ma – come dico sempre – noi siamo
“condannati” al dialogo dato che viviamo in una società pluralista.
D. – Quali
incontri l’hanno più colpita?
R. – Je dirais que la chose la plus émouvante
pour moi ça a été la visite … L’esperienza più emozionante è stata la visita alla
chiesa di Santa Teresa di Madalla, il luogo nel quale è esplosa la bomba durante la
Messa di Natale dello scorso anno: ho incontrato alcune famiglie che mi hanno raccontato
il loro dramma … Eppure, bisogna pensare al futuro, e quindi proprio pensando al futuro
sono stato positivamente colpito dalla visita ad un centro di formazione professionale
nella diocesi di Jos, dove il vescovo ha riunito – fuori dalla città – giovani musulmani
e giovani cristiani che imparano il mestiere di falegname: questi sono i nigeriani
di domani! Il vescovo mi ha spiegato il perché di questa iniziativa: perché – ha detto
– credo che non sia sufficiente condannare la violenza; è necessario che i giovani,
che sono il futuro del Paese, possano incontrarsi tra di loro, in uno spazio di pace
e di dialogo e così mettere insieme quello che hanno di positivo. (gf)