2012-04-04 17:06:03

Corruzione


RealAudioMP3 "Non credo che la politica sia tutta marcia. E’ che si presta più facilmente alle pressioni di personaggi che vogliono approfittarne. In altri Paesi ci sono norme molto più severe per sanzionare immediatamente chi si rende responsabile di qualche atto discutibile. Sarebbe molto importante che in Italia, chi ne ha la possibilità – leader politici o chi autorità morale nella società, Chiesa compresa - rimetta in moto una qualche forma di campagna per la moralità, una vera e propria rivolta etica". Così Roberto Biorcio, docente di Scienza della Politica all'università Bicocca di Milano, tra i massimi studiosi della Lega Nord, all'indomani della bufera giudiziaria che ha investito il partito. Dove devono trovare fiducia i cittadini? E' laddove i partiti sono fragili che si annida la corruzione? L'ex magistrato Gherardo Colombo precisa che "la situazione non è molto diversa da quella di vent’anni fa, quando c'era 'tangentopoli'. Da una parte - spiega - perché non è stato fatto nulla per rendere più difficile la corruzione. Dall’altra perché non è stato fatto nulla per rendere più facile la sua scoperta". E aggiunge: "Se la trasgressività a livello di cittadinanza è molto elevata, come in Italia, credo che sia abbastanza naturale che succeda lo stesso a tutti i livelli. E’ il rispetto delle regole che manca, perché purtroppo non si capisce a cosa servono". E mentre con il cancro della corruzione si bruciano soldi dello Stato, c'è chi si toglie la vita perché non ce la fa a sbarcare il lunario. L'episodio dell'anziana Nunzia, la donna di Gela suicida perché l'Inps le ha ridotto la pensione del 25%, è un ennesimo segnale di allarme sociale. "Mi ritrovo gente che viene a chiedere di tutto. E mi sento in difficoltà perché non posso rispondere a tutti. Quando poi parlo di un Dio che è amore, mi rendo conto che non sono credibile agli occhi di quella gente che vuole da mangiare. Se tagliano la luce a queste persone e io dico loro di confidare in Dio che è luce, rischio che loro mi sbeffeggino". Così don Luigi Petralia, parroco del quartiere più povero di Gela, dove le vie di fuga verso l’illegalità sono drammatiche. "Il nostro sguardo deve andare oltre, perché Dio non abbandona nessuno - precisa - però non si può delegare sempre alle parrocchie di sostenere tutte le povertà della gente". E sulla corruzione della politica: "E' evidente. Non è la forma più alta della carità, come invece dovrebbe essere. I giovani non ci credono più ormai. E si rifugiano nel tranello della mafia". (di Antonella Palermo)








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