"Non credo che la politica
sia tutta marcia. E’ che si presta più facilmente alle pressioni di personaggi che
vogliono approfittarne. In altri Paesi ci sono norme molto più severe per sanzionare
immediatamente chi si rende responsabile di qualche atto discutibile. Sarebbe molto
importante che in Italia, chi ne ha la possibilità – leader politici o chi autorità
morale nella società, Chiesa compresa - rimetta in moto una qualche forma di campagna
per la moralità, una vera e propria rivolta etica". Così Roberto Biorcio, docente
di Scienza della Politica all'università Bicocca di Milano, tra i massimi studiosi
della Lega Nord, all'indomani della bufera giudiziaria che ha investito il partito.
Dove devono trovare fiducia i cittadini? E' laddove i partiti sono fragili che si
annida la corruzione? L'ex magistrato Gherardo Colombo precisa che "la situazione
non è molto diversa da quella di vent’anni fa, quando c'era 'tangentopoli'. Da una
parte - spiega - perché non è stato fatto nulla per rendere più difficile la corruzione.
Dall’altra perché non è stato fatto nulla per rendere più facile la sua scoperta".
E aggiunge: "Se la trasgressività a livello di cittadinanza è molto elevata, come
in Italia, credo che sia abbastanza naturale che succeda lo stesso a tutti i livelli.
E’ il rispetto delle regole che manca, perché purtroppo non si capisce a cosa servono".
E mentre con il cancro della corruzione si bruciano soldi dello Stato, c'è chi
si toglie la vita perché non ce la fa a sbarcare il lunario. L'episodio dell'anziana
Nunzia, la donna di Gela suicida perché l'Inps le ha ridotto la pensione del 25%,
è un ennesimo segnale di allarme sociale. "Mi ritrovo gente che viene a chiedere di
tutto. E mi sento in difficoltà perché non posso rispondere a tutti. Quando poi parlo
di un Dio che è amore, mi rendo conto che non sono credibile agli occhi di quella
gente che vuole da mangiare. Se tagliano la luce a queste persone e io dico loro di
confidare in Dio che è luce, rischio che loro mi sbeffeggino". Così don Luigi Petralia,
parroco del quartiere più povero di Gela, dove le vie di fuga verso l’illegalità
sono drammatiche. "Il nostro sguardo deve andare oltre, perché Dio non abbandona nessuno
- precisa - però non si può delegare sempre alle parrocchie di sostenere tutte le
povertà della gente". E sulla corruzione della politica: "E' evidente. Non è la forma
più alta della carità, come invece dovrebbe essere. I giovani non ci credono più ormai.
E si rifugiano nel tranello della mafia". (di Antonella Palermo)